App icon stile
Stile TV HD
Canale 80
Attualità
AL CENTRO DI UN PROCESSO PENALE
AL CENTRO DI UN PROCESSO PENALE
Capaccio Scalo, dissequestrata la palazzina in Via Magna Graecia
Alfonso Stile
28 settembre 2013 14:26
Eye
  4199

CAPACCIO. Il giudice per le indagini preliminari Maria Zambrano della Procura della Repubblica di Salerno ha disposto il dissequestro della palazzina in fase di costruzione in Via Magna Graecia, a Capaccio Scalo (adiacente il locale distributore di carburanti Esso), di proprietà dei costruttori capaccesi Giuseppe Di Filippo e Antonio Di Giovanni, in accoglimento della richiesta di revoca della misura cautelare preventiva del fabbricato articolato su tre livelli (nelle foto), ed annessa area pertinenziale, presentata dal suo legale, l’avv. Domenico Guazzo. A rimuovere i sigilli, questa mattina, il comandante dei vigili urbani Natale Carotenuto, cui è stata delegata l’esecuzione del provvedimento. Il sequestro, avvenuto nel dicembre del 2011, fu eseguito congiuntamente dalla polizia locale, all’epoca comandata da Antonio Rinaldi, e dalla Forestale di Foce Sele, allora diretta da Marta Santoro. Gli accertamenti eseguiti portarono alla denuncia di quattro persone, indagate a vario titolo per diversi reati e rinviate a giudizio: si tratta del committente delle opere Giuseppe Di Filippo, del titolare della ditta esecutrice del lavori Antonio Di Giovanni, del progettista e direttore delle opere Carmine Voza (concorso in falsa rappresentazione dei fatti nella progettazione, istigazione all’abuso di ufficio ed illecito urbanistico) e dell’ing. Carmine Greco (abuso d’ufficio). Oggetto della contestazione, il permesso a costruire (n. 88) rilasciato dal Comune di Capaccio Paestum il 22 ottobre 2010, sul quale espressero dubbi (relativamente agli standard urbanistici) due relazioni: una redatta dall’ing. Greco, l’altra a firma dell’ing. Marco Di Liggio di Salerno, consulente esterno nominato dall’allora Amministrazione Marino, che dichiarò illegittimo il permesso innescando il procedimento di revoca, in autotutela, avviato dall’arch. Rodolfo Sabelli, facendo scattare, di fatto, il sequestro penale dell’immobile. Tra le contestazioni: il mancato rispetto delle regolari concessioni edilizie, delle specifiche destinazioni d’uso previste per le aree pertinenziali al fabbricato, l’inosservanza degli obblighi di cessione di aree pubbliche, l’occupazione di particelle in più rispetto al progetto e, quindi, la violazione degli standard urbanistici.
Ma con il permesso a costruire (n. 61) rilasciato il 29 luglio scorso, il Comune di Capaccio ha dato atto alla Procura che i vizi che avevano innescato l’annullamento in autotutela del permesso precedente, con particolare riferimento all’ubicazione degli standard urbanistici, sono stati tutti rimossi, in osservanza delle attuali leggi in vigore in materia: “Il rilascio di tale titolo abilitante – si legge nel provvedimento di dissequestro - ha determinato il venir meno delle esigenze cautelari preventive (…) essendo stati eliminati i vizi che avevano determinato illegittimità, ed anche alla luce dell’intervenuta conclusione delle indagini preliminari, le suddette esigenze cautelari risultano superate anche in riferimento al contestato reato di abuso d’ufficio”. Per tali ragioni, il gip Zambrano, con parere favorevole del pm Maria Carmela Polito, ha ordinato il dissequestro del fabbricato (disposto dal Tribunale di Salerno il 7 gennaio 2012) e la restituzione all’avente diritto, ovvero i costruttori Di Filippo e Di Giovanni. Il provvedimento di dissequestro apre ora, inevitabilmente, nuovi scenari processuali per le quattro persone coinvolte.



Logo stiletvhd canale80
Immagine app
SCARICA
L’APP