Attualità
DOPO LA CONFERENZA DI SERVIZI
DOPO LA CONFERENZA DI SERVIZI
Capaccio, NO centrale biomasse: plauso di Consulta e circolo Prc
Redazione
08 giugno 2014 11:56
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CAPACCIO. In merito alla sventata costruzione di una centrale a biomasse in località Sorvella di Capaccio, esprimono soddisfazione per l'esito della conferenza dei servizi tenutasi a Napoli anche la Consulta per la Sicurezza ed il locale circolo del Prc. Al riguardo, riceviamo e pubblichiamo le seguenti note inviate alla nostra redazione.

CONSULTA PER LA SICUREZZA

"Il giorno 05 giugno 2014, il presidente della Consulta cittadine per la Sicurezza, cav. Vincenzo Topo, ha riunito i componeti presso la sede della Protezione Civile con sede a Gromola per trattare argomenti inerente la realizzazione della Centrale a Biomassa nella località Sorvella del Comune di Capaccio. Tenuto conto del rispetto ambientale e dell'inquinamento che la stessa produrrà durante il funzionamento, mediante la combustione di ogni sorta di scarti (sanza, residua di potatura, spazzatura ecc.), al momento non identificabili perchè non si è in possesso della progettazione con la relativa relazione tecnica, nonchè, per constatare quanti fumi emetterebbe la stessa e se effettivamente esiste una progettazione con adeguata messa in opera di filtri al fine di scongiurare pericoli alle colture, all'aziende ed alla popolazione che dimora nei pressi della stessa, la consulta ad unanimità ha espresso parere sfavorevole unitamente all'Amministrazione Comunale per la non realizzazione della Centrale Biomasse". 

CIRCOLO PRC DI CAPACCIO

"Il Circolo “Peppino Impastato” di Capaccio del Partito della Rifondazione Comunista esprime viva soddisfazione per la bocciatura del progetto di centrale a biomassa nel territorio di Capaccio. Attende di poter visionare, nelle prossime ore, la documentazione risultante dalla conferenza di servizi tenutasi oggi presso la Regione Campania per poter meglio valutare la tenuta delle soluzioni adottate anche sotto un profilo tecnico-amministrativo. In ogni caso, è stato sventato uno sfregio alla nostra terra. Il PRC capaccese auspica che da questa vicenda possa nascere una rinnovata coscienza ambientale: nuovi pericoli, infatti, si profilano all’orizzonte. Da quanto emerge dalle anticipazioni giornalistiche, il decreto “Sblocca Italia”, che il governo Renzi si appresta a varare, prevede la riapertura di ben 17 opere, pubbliche e private, legate al ciclo dei rifiuti nella Campania: in particolare cinque discariche (Napoli-Chiaiano, Pozzuoli, Caserta-Ferrandelle, Battipaglia e Serra Arenosa nel Salernitano); quattro termovalorizzatori (a Salerno, a Oliveto Citra, a Napoli nel quartiere Ponticelli e nel Casertano a Pignataro Maggiore); una serie di centrali per la produzione di energia: le termoelettriche di Presenzano e Ponte Valentino, gli impianti eolici di Buonalbergo e San Giorgio del Sannio; una centrale a biomassa a Eboli e un elettrodotto tra Torre Annunziata e l’isola di Capri. La considerazione secondo cui la realizzazione di simili impianti ha un impatto ambientale e socio-economico che va oltre il singolo territorio interessato rimane vera e incontestabile. Tanto più se si considera che la centrale a biomassa di Eboli è oggettivamente vicina al nostro territorio e che l’inceneritore di Oliveto Citra e la discarica di Serra Arenosa riguardano da vicino il bacino idrografico del fiume Sele. Non deve essere allentata la guardia! La posta in gioca è e rimane la nostra salute e l’economia del nostro territorio. Ancora più urgente diviene, quindi, porre l’attenzione e mettere in discussione tutta la filosofia di fondo con cui viene trattato il problema dei rifiuti in Campania, il piano regionale dei rifiuti che, legato alla logica Discarica-Inceneritore-Discarica, nasce già vecchio e diventa un nuovo ed ulteriore strumento di colonizzazione del meridione. È necessario perseguire la riduzione a monte dei rifiuti, il riuso, il riciclo, una raccolta differenziata spinta: l’obiettivo è e deve essere rifiuti zero. Inoltre va messa in discussione la filosofia che muove questo provvedimento del governo nazionale, legata allo sperpero di risorse per opere di cui non viene in alcun modo considerata la reale utilità e di cui non vengono in alcun modo valutati i costi sociali".



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