SALERNO. Lino Renzi è socialmente pericoloso e psicologicamente infermo: è questo in sintesi quanto è emerso dalla perizia psichiatrica eseguita dal perito del tribunale di Salerno sul 45enne che nel luglio dello scorso anno ha prima ucciso e poi fatto a pezzi la madre in un appartamento del quartiere Torrione a Salerno. Ad un anno esatto dal feroce, quanto efferato delitto di via Martuscelli,  emergono particolari raccapriccianti sulle cause che spinsero Renzi ad uccidere e mutilare il corpo della professoressa 73enne Maria Pia Guariglia. Un rapporto controverso quello con la madre, la cui colpa era voler curare la schizofrenia cronica del figlio con gli psicofarmaci. Stando alla perizia psichiatrica depositata nei giorni scorsi dal prof. Antonello Crisci emerge anche che il 45enne  non sia in grado di sostenere alcun giudizio come sostenuto dal gip Maria Carmela Polito. Renzi, reo confesso del delitto, avrebbe raccontato al perito: "volevo distruggerla per poi ricostruirla". L’uomo rimase per due giorni solo con il cadavere della madre e forse proprio in uno sprazzo di lucidità pensando di avere commesso un errore voleva rimediare tentando di ricucire il piede tagliato al corpo della donna. Renzi, attualmente ricoverato presso l'ospedale psichiatrico di Aversa, al culmine di una furiosa lite picchiò la madre fino ad ucciderla, sbattendola ripetutamente con la testa contro il muro, per poi accanirsi con furia sul corpo dell’anziana donna mutilandolo con una sega. Una scena macabra quella che si presentò ai vigili del fuoco e agli agenti di polizia che giunsero sul posto in seguito alla segnalazione dei vicini allarmati dal forte odore di gas che proveniva dall'abitazione. Sui fornelli, Renzi aveva posizionato una piastra, e nel congelatore del frigo fu rinvenuta anche una parte di piede della vittima che fu ritrovata nel bagno, tra il water ed un mobiletto. Il 45enne stava per cucinarne i resti, come evidenziato dalla presenza di pentole sui fornelli.