Attualità
LO UCCISERO DI BOTTE E NE BRUCIARONO IL CADAVERE
LO UCCISERO DI BOTTE E NE BRUCIARONO IL CADAVERE
Orrore a Montecorvino Rovella: domiciliari per il figlio reo confesso dell'omicidio del padre, libera la sorella-complice
Redazione
12 agosto 2014 08:26
Eye
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MONTECORVINO ROVELLA. Ammazzarono di botte il padre e poi ne bruciarono il cadavere nelle campagne di Montecorvino Rovella. Arresti domiciliari per il 42enne Giancarlo Di Francesco ed obbligo di firma per la 44enne sorella Sonia Di Francesco (nelle foto), che torna così in libertà. Queste le misure cautelari disposte dal gip Vincenzo Di Florio del Tribunale di Salerno, che ha accolto le istanze del legale difensore degli indagati, l’avv. Pierluigi Spadafora, respingendo la richiesta di custodia cautelare in carcere per entrambi avanzata dal pm Katia Cardillo della locale Procura della Repubblica, titolare dell’inchiesta sul macabro assassinio del 69enne pregiudicato Romano Di Francesco, il cui corpo fu rinvenuto dai carabinieri in località Occiano in un sacco di juta legato mani e piedi, completamente carbonizzato dopo che i figli gli avevano dato fuoco cospargendolo di benzina. I due figli sono indagati a vario titolo per omicidio volontario e distruzione di cadavere in concorso, con l’aggravante della crudeltà. Il giudice Di Florio ha accolto, in sostanza, la tesi difensiva del dolo d’impeto e non della premeditazione, con l’avv. Spadafora che ha chiesto una perizia psichiatrica per Giancarlo Di Francesco, che avrebbe pestato a morte e poi dato alle fiamme il genitore al culmine di un’esasperazione innescata dai continui atti violenti perpetrati da Romano Di Francesco sui familiari, tra cui moglie e nipote minorenne. Durante l’interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto, Giancarlo avrebbe più volte ripetuto agli inquirenti che non aveva intenzione di uccidere il padre, bensì di fargli provare lo stesso, identico dolore che provocava sui parenti stretti.



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