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IL GESTORE NAZIONALE DI NUOVO PARTE CIVILE
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Maxi truffa 899 e alla Telecom: processo bis per tre capaccesi
Redazione
19 agosto 2014 11:30
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Maxi raggiro con numeri a pagamento 899: nuovo processo per i fratelli D.N. e G.N. e il giovane S.A., tutti di Capaccio Paestum, questa volta accusati di truffa. In sostanza, secondo il pm inquirente della Procura della Repubblica di Salerno, i tre avrebbero architettato un sistema per simulare la provenienza di sms dal gestore Telecom, al fine di indurre gli ignari utenti a comporre numerazioni a pagamento 899 per ottenere, invece, altri servizi con costi aggiuntivi, ottenendo un profitto di 15 euro a chiamata. Anche in tale procedimento, Telecom Italia Spa si è costituita parte civile: la prima udienza è stata fissata per il 17 settembre prossimo. Nel primo processo, invece, già formulate le richieste di condanna per i fratelli D.N. e G.N. (4 anni ciascuno), S.A. (4 anni e 6 mesi) ed un altro complice A.P. (3 anni). I quattro finirono a processo, nel 2008, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di truffe telefoniche attraverso le società Gestel Srl e Omnibus Srl, nonché per tentata truffa ai danni dello Stato: attraverso tali società, venivano inviati sms simulanti la provenienza di un gestore telefonico ‘affidabile’, mediante il cosiddetto sistema di “phishing” che induce le vittime a fornire dati sensibili. Un maxi raggiro che, secondo gli inquirenti, aveva fruttato introiti per oltre 500mila euro in un solo anno di attività. La Telecom Italia Spa, costituitasi parte civile, ha chiesto un risarcimento danni di 2,3 milioni di euro. Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati beni patrimoniali e conti correnti bancari a carico degli imputati: secondo la Guardia di Finanza, nel 2007 la Gestel incassò circa mezzo milione di euro, in parte utilizzati anche per finanziare la squadra di calcio dilettantistico dell’Agropoli e per acquistare una Ferrari. Il processo è stato aggiornato al 31 ottobre prossimo: a difendere gli imputati, gli avvocati Marcello D’Aiuto, Francesco Giuseppe Catullo e Michele Dolce.



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