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usura ed estorsione i capi d'accusa
usura ed estorsione i capi d'accusa
Piana del Sele, operazione "Parmenide": retroscena dell'indagine
Redazione
26 settembre 2014 09:37
Eye
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Estorsioni ed usura ai danni di imprenditori e commercianti: emergono nuovi dettagli nell’operazione denominata “Parmenide” condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Salerno, diretti dal vice questore aggiunto Claudio De Salvo, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Salerno, che ha permesso di sgominare un sodalizio criminale con base nella Piana del Sele, ma con articolazioni a Salerno e nell’Agro Nocerino, riuscito a riorganizzarsi per infiltrarsi nel tessuto imprenditoriale cittadino. Sette le misure richieste, sei quelle eseguite all’alba di ieri dalla polizia, con il coordinamento del questore Alfredo Anzalone. Oltre a Giovanni Marandino, 77enne, esponente di spicco nella Nuova Camorra Organizzata, che gestì la latitanza di Raffaele Cutolo ad Albanella, fino all’arresto del boss nel 1979, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’organizzazione, a finire nei guai Roberto Squecco, 48enne di Capaccio (ex candidato a sindaco di Capaccio Paestum), Vincenzo Senatore, 58 anni di Roccapiemonte ma residente a Mercato San Severino, Francesco Adamo, 35 anni di Nocera Superiore, e i salernitani Ciro Casella, 60 anni, e Antonio Cibelli, 63 anni. Una settima persona risulta irreperibile ed è tuttora ricercata. Quattro, invece, gli indagati a piede libero. A firmare i decreti di fermo il procuratore capo Corrado Lembo e il sostituto della Dda, Vincenzo Montemurro.
Per gli inquirenti, Marandino, tornato a Capaccio nel 2010 dopo essere stato arrestato a Firenze nel 2006 perché a capo di un sodalizio criminale operante nell’isola d’Elba, dal 2012, nonostante l’obbligo di sorveglianza speciale al quale era sottoposto, avvalendosi di altri soggetti, aveva ripreso una fiorente attività criminale, con base a Capaccio, ma con estensione nella zona sia nord che più a sud della provincia. Estorsione ed usura sono le ipotesi di reato. “Soggetti – ha detto ieri in conferenza stampa il neo procuratore capo Corrado Lembo – che avvalendosi di tecniche sopraffini erano riusciti ad accaparrarsi diverse aziende impegnate soprattutto nel settore alimentare ed in quello delle onoranze funebri”. Le indagini degli uomini della Mobile sono iniziate nel dicembre 2013. Il primo colpo al gruppo fu dato con l’arresto di Ciro Casella, sorpreso a Capaccio con un’arma con matricola abrasa prima che si recasse assieme ad altri indagati a minacciare un imprenditore. Successivamente nella sua auto, a Salerno, fu trovato un ordigno a base di tritolo, una “pipe bomb” ad alta potenzialità offensiva.



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