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usura ed estorsioni agli imprenditori
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Operazione "Parmenide": domiciliari a Marandino per l'età avanzata, restano in carcere gli altri cinque
Redazione
28 settembre 2014 10:30
Eye
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Operazione “Parmenide”: domiciliari per Giovanni Marandino, il 77enne ritenuto dagli inquirenti a capo dell’organizzazione sgominata all’alba del 25 settembre scorso dagli agenti della Squadra Mobile di Salerno, diretti dal vice questore aggiunto Claudio De Salvo, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Salerno. Restano, invece, in carcere Roberto Squecco, 48 anni di Capaccio (ex candidato a sindaco di Capaccio Paestum), ed i salernitani Ciro Casella, 60 anni, ed Antonio Cibelli, 63 anni. Si sono tenuti ieri mattina, infatti, gli interrogatori di garanzia (effettuati presso il Tribunale di Salerno, dal gip Vincenzo Di Florio, e di Nocera Inferiore, dal giudice delle indagini preliminari Paolo Valiante) delle sei persone raggiunte da decreto di fermo a firma del pm della Dda, Vincenzo Montemurro, accusate di estorsione ed usura ai danni di imprenditori della Piana del Sele ma con articolazioni a Salerno e nell’Agro Nocerino. Marandino (esponente di spicco nella Nuova Camorra Organizzata, che gestì la latitanza di Raffaele Cutolo ad Albanella, fino all’arresto del boss nel 1979) è stato ristretto ai domiciliari a causa dell’età avanzata. Restano in carcere anche gli altri due indagati, Francesco Adamo, 35 anni residente a Nocera Superiore, e Vincenzo Senatore, 58 anni residente a Mercato San Severino. Quasi tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: solo Marandino avrebbe abbozzato una difesa. Proseguono intanto le indagini.



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