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dopo ricorso straordinario a napolitano
dopo ricorso straordinario a napolitano
Piano di Zona S7, conti e cambio Comune capofila: Capaccio prosegue iter giudiziario
Anna Vairo
20 ottobre 2014 14:12
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Conti e ruolo di capofila del Piano di Zona S7: continua la diatriba a colpi di carte bollate. Il Comune di Capaccio Paestum affida mandato legale proseguendo nell’iter giudiziario intrapreso con il ricorso straordinario al Capo dello Stato Giorgio Napolitano per impugnare la delibera del Coordinamento istituzionale del Piano di Zona S7 con la quale la deputazione dei sindaci, il 12 maggio 2014, sostituì il Comune di Capaccio, fino ad allora  capofila dell’Ambito Calore Salernitano Alburni, con Roccadaspide. L’incarico di rappresentare l’Ente è stato assegnato all’avv. Pietro De Simone, il quale potrà “convenire  in giudizio, in nome del Comune di Capaccio, innanzi agli organi di giustizia civile e contabile, nonché a quelli penali”, dove si ravvisino le condizioni, il Coordinamento Istituzionale del PSZ ambito S7 Calore Salernitano Alburni, per quanto attiene le accuse di responsabilità rivolte all’Ente capaccese che portarono al cambio di comune capofila; e il Responsabile dell'Ufficio di Piano per le modalità di gestione del Piano stesso e gli eventuali danni arrecati al Piano sociale di Zona in conseguenza di esse, nonché per i contenuti dell’esposto denuncia, indirizzati alla Procura della Repubblica di Salerno e ad altre rappresentanze istituzionali.  Il provvedimento è stato preso in considerazione del fatto che in premessa della suddetta delibera sono state “ascritte al Comune di Capaccio responsabilità civili ed amministrative del tutto forvianti ed ingiustificate”. C’è dunque la a necessità di “restituire dignità amministrativa al Comune di Capaccio illegittimamente privato del ruolo di Comune Capofila dell’Ambito Calore Salernitano-Alburni attribuendogli responsabilità non proprie ma derivanti invece da omissioni di altri Comuni associati all' Ambito”. La scelta di cambiare il comune capofila, secondo la deputazione dei sindaci, sarebbe stata una necessità dal momento che l'immobilismo di Capaccio Paestum, negli ultimi due anni, avrebbe portato alla perdita di circa 6 milioni di euro di finanziamenti regionali per la mancata presentazione della rendicontazione, nonché non erogati tanti servizi utili destinati alle fasce più deboli. L’Amministrazione Voza, invece, ritiene che la perdita di finanziamenti, l'inefficienza e l'incapacità organizzativa dell'ambito, attribuita al comune capofila di Capaccio Paestum, sono responsabilità ascrivibili esclusivamente ai 16 Comuni che avevano omesso di presentare la rendicontazione delle annualità pregresse dalla 3^ alla 7^ di attuazione del Piano Sociale di Zona. 



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