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IN APPELLO È STATA ESCLUSA LA PREMEDITAZIONE
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Eboli, omicidio Ricci: consistenti sconti di pena per De Pasquale ed Alacqua
Redazione
22 ottobre 2014 10:00
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  2204

EBOLI. Sconti di pena in Appello per Mario De Pasquale e Tiziano Alacqua (nelle foto) per l’omicidio della 50enne Maria Ricci e il tentato omicidio del marito, Giovanni Caiafa, costituitosi parte civile, avvenuto nel centro storico di Eboli il 25 febbraio del 2012. I giudici della Corte d’Assise di Salerno, infatti, hanno condannato a 25 anni di reclusione Mario De Pasquale, difeso dall’avv. Nicola Naponiello, con i giudici che hanno accolto la richiesta di esclusione delle aggravanti legate alla premeditazione e alla futilità dei motivi avanzata dal legale; Tiziano Alacqua, assistito dall’avv. Edoardo Rocco, è stato condannato invece a 12 anni e 3 mesi (più della metà di ‘sconto’). Il procuratore generale, Antonella Giannelli, nel corso della propria requisitoria aveva chiesto al collegio giudicante uno sconto di pena con 27 anni da comminare a De Pasquale e 21 ad Alacqua. Il pm, Carmine Olivieri, in primo grado aveva richiesto l’ergastolo per entrambi gli imputati, ma la pena fu accolta solo per De Pasquale in quanto autore materiale del delitto, ad Alacqua invece furono concesse le attenuanti generiche. I due erano stati condannati rispettivamente all’ergastolo ed a 27 anni di carcere. L’agguato mortale avvenne nei vicoli di San Lazzaro per ragioni strettamente legate a motivi passionali e beghe di vicinato. De Pasquale ed Alacqua, vicini di casa della coppia, avevano deciso di dare una lezione ai due coniugi che li avrebbero tempestati di telefonate anonime, minacce ed insulti: dovevano prendere di mira la loro auto, una Fiat Marea, ma la situazione è poi degenerata, quando De Pasquale e Alacqua sono stati scoperti a danneggiare  l’automobile dai due appena rientrati a casa. Poi le coltellate,  l’omicidio e la fuga. De Pasquale, ferito ad una mano, si rifugiò nella propria abitazione, distante solo duecento metri dal luogo del delitto. All’interno dell’abitazione, i carabinieri, coordinati dal cap. Alessandro Cisternino, scoprirono abiti intrisi di sangue determinanti per l’esito delle indagini. Alacqua, invece, fu arrestato a Serre, a casa di parenti. 



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