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PRONTA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO ALFANO
PRONTA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO ALFANO
Capaccio, "Profughi minacciati con la pistola nel centro di accoglienza": denuncia dell'on. Chaouki
Redazione
18 dicembre 2014 18:31
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Trentacinque migranti afgani richiedenti asilo sarebbero stati minacciati con la pistola dal gestore di un centro di accoglienza nel Comune di Capaccio Paestum, in località Torre di Mare. La denuncia è stata fatta oggi pubblicamente, in occasione della Giornata internazionale del migrante, dal deputato Pd Khalid Chaouki, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare immigrazione, che ha annunciato anche l'imminente presentazione di un’interrogazione parlamentare, sul caso, al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il deputato e Jasmine Accardo dell'Associazione "Garibaldi 101" nonché rappresentante campana della Rete "LasciateCiEntrare", hanno eseguito personalmente, ieri, un sopralluogo nella struttura capaccese, registrando con il proprio cellulare la denuncia dei migranti. "Qui non ci sentiamo al sicuro, ti prego, Khalid, non abbandonarci!", chiede un giovane afgano al parlamentare. "Ha paura - racconta Chaouki - questi ragazzi mi dicono che i boss, come li chiamano loro, hanno le armi, li minacciano con una pistola, gli ripetono che loro sono la mafia e che le regole le decidono loro". A darne notizia è il quotidiano La Repubblica, in un articolo molto dettagliato comprovato con immagini girate nel centro, di cui riportiamo alcune dichiarazioni rilasciate dal deputato. "È importante – ha spiegato Chaouki - per far sentire la loro voce e magari usarla poi in sede giudiziaria. Gli prometto che non rimarranno soli. Mi ricordano che avevano già protestato in Prefettura lo scorso 11 novembre come testimonia una loro lettera timbrata dalla Prefettura di Salerno. Non avevano parlato della pistola perché non si fidavano. Temevano connivenze o la paura di non essere tutelati a seguito della loro denuncia". "In nove mesi - riferiscono gli stranieri - non abbiamo mai visto un medico, un legale, mancano vestiti e soldi per telefonare o prendere il bus". Mostrano alcune ferite, alcuni hanno la scabbia. Quello di Paestum non è un centro qualunque. È uno Sprar il cui ente gestore, si legge, è di "comprovata esperienza pluriennale e che, nella presa in carico di richiedenti e titolari di protezione internazionale, ha collaborato anche con la Caritas diocesana, attivamente operante sul territorio provinciale". La Accardo ha denunciato una situazione disastrosa, con i profughi trattati come animali, che non ricevono abiti puliti da quando sono arrivati, 4 mesi fa. Secondo i migranti, il responsabile della struttura, proprietario anche di un altro hotel nelle vicinanze, girerebbe armato, soprattutto di sera, ma non sanno se lo faccia per difesa personale e se con regolare porto d’armi. Di sicuro lo chiamano ‘boss’ ed hanno paura: per questo chiedono di essere trasferiti in altro luogo.



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