Attualità
NON LUOGO A PROCEDERE PER L'OSTETRICA
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Capaccio, morte neonata Debora Feo: ginecologa a processo per omicidio colposo
Anna Vairo
21 maggio 2015 08:19
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  4043

CAPACCIO. Morte della neonata Debora Feo: rinviata a giudizio la ginecologa,  M.A.D.F., che ha assistito Anna Orlotti, la mamma della piccola, durante il parto. Il capo d’imputazione è di omicidio colposo. Il gup del Tribunale di Vallo della Lucania, Valeria Campanile, nel corso dell’udienza preliminare di ieri ha, invece, emesso sentenza di non luogo a procedere per l’ostetrica, G.D.F., che assistette la donna capaccese durante la nascita della neonata, avvenuta all’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. Il termine per il deposito delle motivazioni è stato stabilito dal Giudice in 30 giorni, ma non sono esclusi ulteriori sviluppi istruttori della vicenda. Prima udienza del processo fissata per il 9 febbraio 2016. Le indagini, inizialmente condotte dal pm Alfredo Greco, sono oggi affidate al procuratore capo Giancarlo Grippo. La tragica vicenda ha avuto inizio, poco più di tre anni fa, con il decesso della neonata Debora Feo, terzogenita di una coppia di Capaccio. Era il 27 marzo 2012, la piccola morì a circa 12 ore dal parto, all’ospedale “Monaldi” di Napoli, dove era stata trasferita dal nosocomio vallese. Il quadro clinico della bimba era da subito apparso gravissimo, ed era stato richiesto anche l’intervento di una ambulanza neonatale, il cui arrivo con molte ore di ritardo aveva scatenato polemiche ed acceso i riflettori sull’inadeguatezza della rete di emergenza neonatale nella provincia di Salerno. La piccola, tuttavia, nonostante il trasferimento presso il reparto di terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Monaldi, era spirata a poche ore dalla nascita. Sul tragico episodio la Procura di Napoli aveva aperto un’inchiesta, passata poi per competenza alla Procura di Vallo della Lucania, notificando sette avvisi di garanzia ad altrettanti sanitari del “San Luca”. La Procura vallese aveva poi formulato richiesta di rinvio a giudizio per la ginecologa e l’ostetrica che hanno assistito Anna Orlotti durante il parto. Per entrambe, assistite  dagli avvocati Saverio di Sevo e Giulio Cesare Valiante, il capo di imputazione era di omicidio colposo accusa che resta a carico della ginecologa. Archiviate, invece, le posizioni degli altri cinque indagati. Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, negligenze nella gestione del parto hanno portato alla morte della piccola. L’inchiesta era partita dopo la denuncia di Alfonso Feo, padre di Debora, presentata alla Procura di Vallo della Lucania. Dal 2012, i genitori Alfonso (nella foto) e Anna, assistiti dagli avvocati Elena Conte del foro di Roma e Ciro Del Grosso del foro di Salerno, hanno intrapreso una battaglia per ottenere verità e giustizia sulle ragioni che hanno condotto alla morte della nascitura, non solo in sede giudiziaria, ma anche attraverso una serie di richieste ed esposti alle autorità amministrative e sanitarie competenti. Genitori che, oggi, assistono ad un primo passo verso l’accertamento della verità e che, comunque, dopo la devastante e dolorosa esperienza, continuano ad invocare il miglioramento della rete delle emergenze neonatali, al fine di scongiurare che altre lunghe ed interminabili attese, in situazioni in cui vengono richiesti interventi tempestivi, possano ripetersi. 



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