SALERNO. Pene pesanti per i componenti del sodalizio criminale che, seppur in carcere, disponeva ricatti ed estorsioni, che poi alcuni complici all’esterno mettevano in atto ai danni di imprenditori e commercianti salernitani, in particolare nei Picentini e nella Piana del Sele. Il gup Sergio De Luca ha emesso ieri la sentenza di condanna, ad oltre 60 anni complessivi di carcere, per 10 degli 11 imputati. Assolto il 26enne Rosario De Biase per non aver commesso il fatto. Condannati, invece, Giuseppe Capo ed Antonio De Feo, considerati i capi dell’organizzazione che si servivano di una guardia penitenziaria, il 54enne Giovanni Arcaro, per recapitare le richieste estorsive al di fuori del carcere. Condanna a 13 anni e 4 mesi di reclusione per il 32enne Capo, 13 anni invece sono stati comminati al 46enne De Feo. Pena severa anche per l’ex sovrintendente della polizia penitenziaria, all’epoca in servizio presso la Casa Circondariale di Fuorni, condannato ad 8 anni e 4 mesi di reclusione a fronte dei 9 anni richiesti dal pm Rosa Volpe. Condanne che vanno dai 6 ai 2 anni e 6 mesi sono invece state comminate agli altri sette indagati. Il pubblico ministero aveva avanzato richieste di condanna per complessivi 70 anni di carcere. Secondo le indagini, avviate nell’agosto del 2012, il gruppo criminale, costituitosi dietro le sbarre, avrebbe pianificato numerose estorsioni avvalendosi della collaborazione dell’agente infedele e di altri affiliati liberi. L’operazione era stata condotta dalla Squadra Mobile di Salerno, diretta dall’allora vicequestore Claudio De Salvo, con la piena collaborazione degli agenti di Polizia penitenziaria, alcuni dei quali avevano scoperto, all’interno di una cella, telefonini ed altro materiale utile alle indagini, tra cui messaggi e lettere minatorie.