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Tutela credito cooperativo
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Riforma Bcc, interrogazione del vice presidente della Camera Di Maio dopo incontro con direttore Marino della Bcc Aquara
Comunicato Stampa
03 luglio 2015 14:27
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La ventilata riforma delle Banche di credito cooperativo oggetto di un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ed al Ministro dell’Economia e della Finanza, Pier Carlo Padoan, da parte del vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, che nelle scorse settimane aveva incontrato Antonio Marino, direttore generale della Bcc Aquara. Di Maio chiede se “il Governo abbia intenzione di assumere iniziative per procedere ad una riforma del sistema bancario cooperativo” ed eventualmente “in quale direzione sia intenzionato a procedere e se non ritenga di dover preservare il mondo del credito cooperativo alla luce del valore che rappresenta nei termini descritti in premessa”. “Speriamo che altri seguano l’esempio, ponendo attenzione per la realtà delle Bcc”, ha sottolineato Antonio Marino.

Ecco, di seguito, il testo integrale dell’interrogazione parlamentare:

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta
A firma di Luigi Di Maio, Alessio Mattia Villarosa e Daniele Pesco

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze.
Per sapere – premesso che:
secondo quanto si apprende da fonti di stampa, emerge con sempre maggiore chiarezza l'ipotesi di una prossima riforma del sistema delle banche di credito cooperativo (BCC). L'impressione è che l'obiettivo sia quello di penalizzare un movimento che non solo in molti territori, particolarmente al Sud, rappresenta il vero ed unico interlocutore bancario, ma conta ben 376 banche, 4.441 sportelli, 6 milioni di clienti e 1,2 milioni di soci;
in altre parole, il rischio paventato con concretezza è che le banche di credito cooperativo diventino come sportelli di una grossa banca, non più organismi autonomi e propositivi come invece sono virtuosamente sempre state. La conseguenza sarebbe una omologazione agli altri istituti sopprimendo quelle peculiarità che hanno reso virtuoso ed utile il movimento del credito cooperativo negli anni;
altro aspetto problematico è legato al fatto che, qualora fossero confermate le indiscrezioni, sarà inevitabile la creazione di almeno 3.000 esuberi;
a parere degli interroganti, le difficoltà oggi per il sistema delle banche di credito cooperativo non dipendono, se non in minima parte, da cattive gestioni, ma dalla contingenza economica di crisi che si protrae ormai da alcuni anni e, mentre le grandi banche hanno diminuito la propensione al credito, le banche di credito cooperativo si sono fatte carico di dare credito alle comunità locali da esse servite;
proprio per questo, appare necessario salvaguardare le piccole banche di credito cooperativo, in particolare evitando interventi che viceversa le penalizzino a vantaggio delle più grand;
se il Governo abbia intenzione di assumere iniziative per procedere ad una riforma del sistema bancario cooperativo;
qualora il Governo abbia tale intenzione, in quale direzione sia intenzionato a procedere e se non ritenga di dover preservare il mondo del credito cooperativo alla luce del valore che rappresenta nei termini descritti in premessa.



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