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ESCLUSIVA STILETV - IL RACCONTO DEI PESCATORI
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Agropoli choc: pescati tonni malformati come in Calabria, dove indaga la Procura
Alfonso Stile
23 agosto 2015 11:02
Eye
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AGROPOLI. Sembra un film di fantascienza, ma non lo è. Dal mare di Agropoli spuntano fuori pesci con malformazioni scheletriche e mutazioni genetiche, probabilmente causate da contaminazioni tossiche: si tratta di tonnetti alletterati, una specie molto diffusa nel Mediterraneo caratterizzata dalla colorazione azzurro-bluastra del dorso screziato, le cui carni ricche di sangue sono ritenute saporite e si prestano alla conservazione sotto sale, sott’olio, insaccate e affumicate.
Alcuni pescatori amatoriali agropolesi, durante due battute a traino in barca effettuate a circa due miglia a largo del locale porto turistico, ne hanno pescati in tutto una ventina, più della metà dei quali con evidenti anomalie alla colonna vertebrale (nelle foto esclusive): mentre li spinavano per mangiarli, infatti, si sono accorti dell’evidente malformazione, unita ad uno strano odore delle carni. Preoccupati, hanno deciso poi di contattare la nostra Redazione, che ha approfondito la vicenda. Più precisamente, i tonnetti sospetti hanno tutti la spina dorsale bifida, esattamente come gli esemplari della stessa specie rinvenuti più volte, nell’ultimo anno, lungo la costa calabra di Amantea, Fiumefreddo Bruzio e Campora San Giovanni. Casi analoghi (nelle foto sotto) resi pubblici e seguiti con attenzione dal ‘Corriere della Calabria’, portati poi alla ribalta anche dal programma ‘Presa diretta’ di Rai3, a seguito dell’altissimo livello di preoccupazione nella popolazione scaturito dall’analisi choc dei resti di due esemplari pescati nel Tirreno cosentino. Gli esperti, infatti, hanno scoperto che, nelle lische, erano presenti sostanze tossiche: il valore più elevato riguarda gli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), ritenuti da molti ricercatori tra i responsabili di mutamenti genetici negli animali, ma soprattutto pericolosi per l’uomo visto che è stato accertato il loro effetto cancerogeno. Inoltre, dai test effettuati da un laboratorio privato, nella spina dorsale dei due tonnetti emersero parametri al di sopra della norma di tre policlorobifenili (Pcb), considerati altamente nocivi per la salute umana: è assai probabile, dunque, che anche gli esemplari pescati ad Agropoli siano stati contaminati, vista l'analogia. Il nodo è scoprire da dove provengono tali veleni: domanda che, in Calabria, si sono posti i magistrati della Procura della Repubblica di Paola.

IL RACCONTO CHOC DEI PESCATORI A STILETV
“La pesca è la mia passione, la pratico in maniera amatoriale ma con frequenza – spiega uno dei pescatori alla nostra Redazione – l’altro giorno alcuni amici mi hanno detto di aver pescato una dozzina di tonnetti a largo di Agropoli; mentre li pulivano per mangiarli, hanno dapprima notato che le carni avevano un odore strano, che sapeva quasi di marcio, e poi si sono accorti della spina dorsale doppia, diciamo così, e sono rimasti scioccati. Sembravano mostri, non i piccoli tonni che si pescano di solito. La sera stessa mi hanno telefonato, spiegandomi lo strano fatto: così ho deciso di verificare, tornando con la mia barca nello stesso punto; fortuna ha voluto che ne ho pescati altri otto, tra altri pesci, e li ho portati a casa mia. E pure io ho scoperto, purtroppo, la stessa cosa: 5 tonnetti puzzavano, una volta aperti, ed avevano la spina dorsale doppia. Così ho pensato subito di chiamare la televisione StileTV, perché ho seguito molte trasmissioni sull’inquinamento del Sele, e perché questa storia dei pesci deformati che puzzano è una cosa grave, mi ‘puzza’ pure a me”.

IN CALABRIA C’È L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI PAOLA
In Calabria, la Procura di Paola ha aperto un’inchiesta sul caso riportato da Corriere della Calabria e Presa Diretta: su delega del procuratore capo, Bruno Giordano (nella foto), i sommozzatori del Terzo Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di Messina hanno eseguito carotaggi nei fondali compresi tra Amantea e Tortora: l’attività punterà a verificare lo stato di salute del mare attraverso la raccolta di materiale proveniente dai sedimenti marini da sottoporre poi ad analisi specifiche; non solo, proprio per comprendere se vi è o meno presenza di sostanze inquinanti nei pesci, sono stati catturati diversi esemplari, soprattutto di tonnetti, lungo il Tirreno cosentino. Coinvolta anche l’Arpacal per le analisi di competenza. Sulla vicenda dei tonnetti contaminati in Calabria, è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare dall’on. Nicodemo Oliverio (Pd) al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.



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