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"PER NON AVER COMMESSO IL FATTO"
"PER NON AVER COMMESSO IL FATTO"
Forestale&mazzette, caso Mandetta: ex capo dei vigili Rinaldi assolto dall'accusa di corruzione
Redazione
05 maggio 2016 07:22
Eye
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CAPACCIO. L’ex comandante della polizia locale di Capaccio, Antonio Rinaldi (nella foto), è stato assolto dall’accusa di corruzione “per non aver commesso il fatto”: questo l’esito del procedimento penale, con rito abbreviato, che ieri ha portato alla sentenza di assoluzione, allo stato degli atti, relativamente al caso inerente la famiglia del noto imprenditore capaccese Giuseppe Mandetta, che avrebbe versato la somma di 10mila euro per avvalersi della disponibilità di un’area demaniale già sotto sequestro. Secondo l’accusa del pm Maurizio Cardea della Procura di Salerno, l’ex capo dei vigili aveva fatto da tramite per l’incasso della tangente, e per questo aveva chiesto una pena ad 1 anno e 6 mesi di reclusione. Rinaldi è stato difeso dall'avv. Michele Sarno.
Per tale episodio, ricadente nel cosiddetto scandalo Forestale&mazzette, il gup Piero Indinnimeo ha rinviato a giudizio per corruzione l’ex sovritentende della Forestale, Marta Santoro, per aver ottenuto dal Mandetta la promessa, e successivamente ricevuto, la mazzetta. A processo anche lo stesso Giuseppe Mandetta e, per violazione dei sigilli, la figlia Rita Mandetta e la moglie Vincenza Marone, oltre a Giuseppe Esposito (detto peppe ‘o tubo).
Nello scandalo Forestale&Mazzette, il 7 marzo del 2014 la Santoro subì una condanna ad 8 anni e 4 mesi: nella sentenza di primo grado, però, il gup Donatella Mancini del Tribunale di Salerno, dei 17 capi d’accusa a carico della Santoro, derubricò da concussione a corruzione quello inerente la famiglia Mandetta, rimandando i relativi atti al pm titolare dell’inchiesta, ovvero il sostituto procuratore Maurizio Cardea, per gli approfondimenti di rito. Dopo poco più di un mese, lo stesso magistrato della Procura della Repubblica di Salerno notificò un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti delle sei persone poi imputate. L’area in questione è un parcheggio-ricovero per camper in località Torre di Mare, sito di fronte all’hotel ristorante “Mandetta”: a sottoporla a sequestro fu, nel 2007, la Capitaneria di porto di Agropoli, che ne affidò poi la custodia proprio al Comando di polizia municipale di Capaccio. Da allora, per i Mandetta, stimati e conosciuti da tutti come una famiglia perbene di onesti lavoratori e pionieri della ristorazione nella zona, iniziò un esasperante contenzioso senza fine con il demanio pubblico ed il Comune di Capaccio, caratterizzato da ulteriori sequestri e diverse richieste di sanatoria, trovandosi sempre di fronte a cavilli burocratici di ogni sorta, spesso incomprensibili: il cancello d’ingresso dell'area fu addirittura saldato con la fiamma ossidrica dai vigili urbani di Capaccio, mentre un incendio doloso distrusse l’intera struttura nell’ottobre del 2012, un mese dopo lo scandalo mazzette.



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