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ospite nell’edizione 2005
ospite nell’edizione 2005
Salerno, Premio Charlot ricorda Bud Spencer: “Un gentiluomo come pochi”
Comunicato Stampa
28 giugno 2016 17:01
Eye
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SALERNO. La morte di Bud Spencer, attore partenopeo tra i più amati d’Italia ha lasciato tutti senza parole. L’intero staff del Premio Charlot, si stringe intorno alla famiglia del grande Carlo Pedersoli, in questo momento di immenso dolore. “Abbiamo avuto l’onore di averlo come nostro ospite nell’edizione 2005 del Premio Charlot – ricorda il patron del Premio Charlot, Claudio Tortora – eravamo a Paestum e quell’anno con lui sul palco a ritirare la nostra statuetta raffigurante Charlie Chaplin c’erano anche la grande Mariangela Melano e l’incredibile Renzo Arbore. Ricordo il suo arrivo in albergo a Paestum. La sua camminata lenta, pacata. La prima cosa che mi disse fu ‘Grazie per questo riconoscimento che mi darete’. Poi si ritirò nella sua stanza a riposare. Durante la serata nell’area archeologica si divertì moltissimo, scherzava con tutti, e anche quando fu chiamato a ritirare il premio, salì sul palco tra le ovazioni del pubblico, e con quel suo modo di fare semplice ma diretto inizio a scherzare e a ironizzare con l’amico Arbore. Finito lo spettacolo venne con tutti gli ospiti e noi dello staff alla cena di galà e anche lì non si è mai sottratto ai suoi fans, a chi gli chiedeva un autografo, una foto, a chi gli chiedeva di raccontargli qualche aneddoto capitato sul set di qualche film girato con Terence Hill. Un grande uomo, un grande sportivo, un grande attore. Bud Spender lascia un grande vuoto. Di lui ci resteranno per sempre i suoi oltre 120 film e le serie tv alle quali ha partecipato. Noi come Premio Charlot sicuramente durante le serate della nostra manifestazione lo ricorderemo mandando in onda il filmato di quando fu nostro ospite. Poi vedremo se riusciremo ad organizzare qualche altra cosa per onorare questo grande attore che anche prima di morire ha dato a tutti una grande lezione di eleganza, signorilità e professionalità, ringraziando il suo pubblico per l’affetto ricevuto”.

E intanto “Arrivano gli alieni”: Charlot e Bollani geni eclettici. Il gran galà ospiterà il talento cristallino del musicista milanese

Un grande animale nero, il pianoforte, occuperà la scena della seconda parte del Gran Galà del Premio Charlot, in cartellone il 29 luglio. Il suo domatore sarà Stefano Bollani, unico sulla scena italiana, impostosi giovanissimo all’attenzione del mondo del jazz, grazie ad un talento cristallino e a quella stupefacente capacità di assorbire, mescolare e rimodellare stili pianistici e generi musicali, da Prokofiev ad Art Tatum, da Scott Joplin a Jarrett, da Gershwin a Battisti. Bollani è riuscito a diventare il beniamino di un pubblico anche al di fuori della ristretta cerchia di appassionati di jazz, grazie alle sue apparizioni televisive, ai programmi radiofonici, ai libri pubblicati e a una naturale vocazione di showman. Un testimonial perfetto per questo genere musicale, e uno dei pochi che riesca a suonarlo negli asfittici palinsesti televisivi e radiofonici di questi tempi. Chiunque abbia avuto la fortuna di assistere ad uno dei suoi concerti dal vivo, oppure di incrociarlo in qualche apparizione nei media, si sarà reso immediatamente conto di quale sia il suo livello di eclettismo: a Bollani piace stupire, infarcire i brani delle citazioni musicali più disparate, scherza con il pubblico e con il suo pianoforte, si improvvisa cantante - con risultati tutt'altro che disprezzabili - come fa con le poesie di Fosco Maraini da lui musicate. Il pubblico che sarà nell’Arena del mare di Salerno, dovrà aspettarsi di tutto dal vulcanico Stefano, proprio come Charlot alla ricerca della sua Titine, come improvvisare in concerto su Tico-Tico, od offrirsi come juke-box umano, a cantare Il pinguino innamorato o a proporre Per Elisa come se ci fosse il disco che salta. Bollani lo farà, magari dopo una profonda versione di qualche standard, spezzando decisamente l'atmosfera e dando alla sua performance una nuance indefinita, una dimensione aperta e senza punti di riferimento, come succede, anche se meno nettamente, con molti dei suoi dischi, in particolare con Les fleurs bleues - ispirato dall'omonimo romanzo di Raymond Queneau. Sicuramente il pianista darà modo all’uditorio anche di apprezzare il Bollani intimo e profondo, che emoziona, disegnando meravigliose melodie, per prima di farle sparire e riaffiorare nel flusso delle riarmonizzazioni, trasfigurandole in mille nuovi micro-temi, grazie ad una fantasia inesauribile e a un perfetto controllo strumentale, che renderà bene l’idea del valore di un musicista che possiamo collocare, con un pizzico di legittimo orgoglio nella lista dei fuoriclasse del pianoforte che la sua generazione ha espresso. Un modo forse per spazzare via una buona parte di retorica piano-jazz-sacerdotale, per concentrarsi invece in una voglia di comunicazione e divertimento che travalica il concetto di concerto jazz e renda invece l'incontro musicista-ascoltatore una possibilità di sorprendente empatia? In una intervista ha esposto le sue ragioni estetiche: "A me piace pensare che sono un musicista jazz perché è l'unica musica che contempla l'idea che tu ogni sera sali sul palco ti metti al pianoforte e fai una cosa diversa, anche accettando il rischio che una volta possa venirti male".
I biglietti per assistere al concerto di Stefano Bollani si potranno acquistare dal prossimo 9 luglio presso le abituali prevendite, presso il botteghino dell’Arena del Mare e attraverso il circuito GO2. Il costo del biglietto è di euro 10.



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