Attualità
LA TRAGEDIA DI CALA FETENTE
LA TRAGEDIA DI CALA FETENTE
Palinuro, sub morti: individuati corpi a 50 metri di profondità, al via operazioni di recupero
Redazione
21 agosto 2016 10:29
Eye
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CENTOLA. Inizieranno questa mattina le operazioni, molto complicate, di recupero dei cadaveri dei tre sub inghiottiti dalle grotte di Palinuro. Dopo ore ininterrotte di ricerche, infatti, sono stati individuati due dei tre corpi, localizzati a circa 50 metri di profondità negli abissi: si tratterebbe di Mauro Tancredi e Silvio Anzola; nessuna traccia, invece, del cadavere di Mauro Cammardella. Eseguito anche il sopralluogo del sostituto procuratore della Procura di Vallo della Lucania, Vincenzo Palumbo, sul posto insieme al comandante della Capitaneria di Porto di Palinuro, Andrea Palma, unitamente al nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco che si stanno dando il cambio con diverse squadre per perlustrare i cunicoli.
I tre amici sub stavano eseguendo un’escursione sottomarina ‘a parete’ presso il costone Ribatto, a Cala Fetente: Mauro Cammardella, titolare del centro diving ‘Mauro sub’ di Palinuro; la guida Mauro Tancredi, medico in Toscana ma nato Palinuro, e Silvio Anzola (nelle foto), manager milanese al suo ultimo giorno di vacanza in un villaggio turistico della zona. I tre non sono mai più riemersi, e solo la mera burocrazia li dava ancora per dispersi in virtù della presenza di una bolla d’aria nella grotta: ma si sarebbe trattato di un miracolo. Nell’area stanno tuttora operando cinque mezzi della Capitaneria di Porto di Palinuro, ed i paleo-sub dei Vigili del Fuoco specializzati in questo tipo di ricerche. I tre facevano parte di un gruppo di 12 sub, uscito in barca al mattino: dopo il controllo delle attrezzature, anche la comunicazione in Capitaneria dell’escursione. Tutto regolare, come da anni facevano le guide Cammardella e Tancredi, pronti ad immergersi nella Grotta della Scaletta, un anfratto ricco di emissioni sulfurei a Cala Fetente, considerata un paradiso per i sub e di media difficoltà d’esplorazione. Ma qualcosa è andato storto: forse uno dei tre si è trovato in difficoltà e gli altri, per aiutarlo, sono rimasti intrappolati, con lui, nei labirinti sottomarini.

I PRECEDENTI
Una costa bella e maledetta quella di Palinuro. Sono 6 i tragici precedenti, che hanno riguardato la morte di 13 sub, nei fondali stupendi ma pericolosi che attraggono, ogni anno, centinaia di appassionati delle tante grotte sottomarine del tratto cilentano, 35 in tutto.
Nel 1984, morirono due giovani speleologi subacquei friulani a Cala Fetente, le stesse dove ieri si è consumato il dramma dei tre dispersi. Nel 1996, percorrono un cunicolo senza uscita tre turisti polacchi nella grotta Scaletta a Punta Iacco, dal quale non riusciranno più a tornare indietro. Nel 1998, invece, perirono nella Grotta Azzurra due sub milanesi. Nel 2010, un turista bergamasco non riemerge più dalle acque antistanti Marina di Camerota. Risale al 2012, la tragedia più dolorosa: in un cunicolo infangato nella Grotta degli Occhi, perdono la vita il giovane greco Telios Panaiotis, Susy Cavaccini di Battipaglia, l'avvocato romano Andrea Pedroni e la guida Douglas Rizzo. Per tutti doveva essere una delle ultime immersioni prima del ritorno a casa. Non fu così. I tentativi degli amici di salvare i due compagni rimasti incastrati in un anfratto della grotta, finì per uccidere tutti. Nessuno di quella spedizione fece mai più ritorno a casa. Nel 2014, infine, nelle acque dell'area marina protetta degli Infreschi muore un sub napoletano di 59 anni.



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