Attualità
STRUTTURA RESA ORA INAGIBILE DAI RAID VANDALICI
STRUTTURA RESA ORA INAGIBILE DAI RAID VANDALICI
Capaccio, ex centro per disabili di Pazzano devastato dai ladri: costò 3,2 miliardi di lire
Alfonso Stile
14 dicembre 2016 14:15
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Ex centro socio-educativo diurno ‘Sole Luna’ saccheggiato e devastato dai ladri. Un vero e proprio scempio, con relativo e gravissimo spreco di denaro pubblico: sita in località Pazzano lungo la strada collinare che conduce a Capaccio Capoluogo, la struttura era stata già oggetto in passato di raid vandalici, ma ad oggi la situazione è peggiorata al punto tale da renderla completamente inagibile ed inutilizzabile (nelle foto).
Asportato, infatti, l’intero impianto energetico, con quadri elettrici, citofoni, interruttori vari, luci e cavi razziati praticamente da tutte le stanze ed aule; stessa sorte per gli impianti antincendio e di riscaldamento, con termosifoni, condutture in rame, idranti ed estintori sradicati dai muri e dal pavimento; rubate anche piastrelle, maniglie, porte, infissi e materiali igienico-sanitari. Nei corridoi, nelle aule, degli uffici ed in tutte le stanze che ospitavano i degenti, bisogna ora farsi largo tra macerie, laterizi, calcinacci, guaine e vetri rotti, per un danno complessivo incalcolabile.
La struttura, di proprietà dell’Asl di Salerno, rientra nella disponibilità del Comune di Capaccio Paestum.

FALDONI E FASCICOLI DEL COMUNE AMMASSATI IN UNA STANZA
In una delle stanze, in barba alle più elementari norme di tutela della privacy e dei dati sensibili, sono stati ammassati decine di faldoni contenenti schede mediche, pratiche e prestazioni sanitarie riguardanti tutti i pazienti assistiti, in passato, presso l’ex centro socio-educativo diurno di Pazzano, suddivisi per comune di appartenenza al Piano di Zona S6. Non solo: vi sono anche numerosi fascicoli contenenti centinaia di pratiche edilizie, pareri paesaggistici e disposizioni urbanistiche rilasciati dal Comune di Capaccio Paestum.

I RESTI DELL’EX SEDE DEL CIRCOLO PD
In un’altra stanza, invece, c’è tutto quello che ‘serve’ per ricostruire l’attività politica dell’ex circolo capaccese ‘Magna Graecia’ del Partito Democratico: tessere, ricevute di pagamento, blocchetti nominativi, verbali di assemblee, timbri, bandiere e perfino la tabella, ovviamente sradicata. Un ammasso di carta, scartoffie e documenti abbandonati per terra, con tanto di nomi, cognomi e versamenti.

È COSTATA 3,2 MILIARDI DELLE VECCHIE LIRE
La struttura socio-sanitaria occupa un’area di circa 8.500 mq: fu inaugurata dall’Amministrazione Marino il 31 ottobre del 2008, grazie all’interessamento dell’allora compianto vicesindaco, Lorenzo Tarallo. L’intera realizzazione dell’opera è costata 3 miliardi e 200 milioni delle vecchie lire.
Concepita su due livelli, è suddivisa in due nuclei, per una capienza assistenziale complessiva di 32 unità: l’area abitativa è composta da una zona residenziale dotata di camere a due letti, con relativi servizi igienici indipendenti e terrazzino autonomo. Nell’area seminterrata, invece, sono localizzate attività e servizi generali e di vita collettiva, quali: sala soggiorno, sala tv e gioco, saletta da pranzo, cucina di piano, sala personale ausiliario, medicheria, bagno servo-assistito, bagno vuotatoio, deposito biancheria, deposito carrozzelle e lettighe. Al piano terra, invece, sono dislocati: ingresso, portineria, telefoni, servizi igienici collettivi, soggiorno, sala tv, sala pranzo, cappella, ambulatori, fisiochinesiterapia, palestra, spogliatoio, podologia, deposito, cucina, dispensa, ascensore e montacarichi, scale di sicurezza, locale caldaie. All’esterno, sono stati realizzati parcheggi, recinzione dell’edificio ed aree verdi.
La struttura, chiusa dal dicembre 2011, è rimasta fino ad oggi inutilizzata. La chiusura del centro, affidato dal Piano di Zona S6 al Comune di Capaccio Paestum, al tempo capofila dell’ambito “Calore Salernitano”, rientrò nell’ambito della sospensione di tutti i servizi e le attività del Piano, soprattutto a causa dei problemi economici causati dal mancato pagamento da parte dei comuni afferenti al Piano per i servizi forniti. Nel corso degli anni, diversi sono stati gli appelli lanciati dai cittadini affinché la struttura sanitaria riaprisse i battenti, ma i cancelli del centro ‘SoleLuna’ sono rimasti inesorabilmente chiusi.
Nel 2013, l’Amministrazione Voza si rivolse all’Asl per chiederne la riattivazione: di fatto, però, si sono rincorse diverse ipotesi di utilizzo dei locali, che si era paventato potessero ospitare in un primo tempo il Distretto e successivamente finanche un ospedale psichiatrico giudiziario, ipotesi che vide la ferma opposizione del Consiglio comunale che, nel 2014, bocciò all’unanimità la realizzazione di una struttura sanitaria extraospedaliera per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari nell’immobile di proprietà dell’Asl. Nell’occasione l’amministrazione comunale si disse anche disposta ad accollarsi i costi per gli interventi manutentivi necessari alla riattivazione del centro diurno. L’ultimo atto in ordine ai riferimenti temporali si registra nel gennaio 2015, quando l’Asl Salerno destinò 2 milioni di euro per trasformare lo stabile in un Centro diurno, da collocarsi al piano terra, ed una struttura Residenziale Psichiatrica Terapeutica Riabilitativa al primo piano.



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