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condannati medici ed infermieri
condannati medici ed infermieri
Processo Mastrogiovanni, motivazioni sentenza d’Appello: “Vittima di condotte disumane”
Redazione
10 marzo 2017 09:15
Eye
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VALLO DELLA LUCANIA. “Vittima di condotte disumane”. E’ questo un passaggio delle motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello di Salerno ha riformato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Vallo della Lucania, condannando lo scorso 15 novembre anche gli infermieri (in primo grado assolti) oltre ai medici che ebbero in cura Francesco Mastrogiovanni nelle 84 ore trascorse dal 58enne maestro di Castelnuovo Cilento legato mani e piedi ad un letto,  mangiando una sola volta, al momento del ricovero, ed ingerendo poco più di un litro di liquidi da una flebo prima della morte avvenuta, per edema polmonare, il 4 agosto del 2009 all’interno del reparto di Psichiatria dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. La Corte d’Appello, presieduta da Michelangelo Russo ha depositato le motivazioni che colpiscono in modo netto la condotta degli infermieri, accusati di essere rimasti impassibili dinanzi alle sofferenze del paziente, ai suoi tentativi di liberarsi e alle ferite che si notavano a polsi e caviglie: “Avrebbero dovuto riferirlo al medico – si legge – chiedergli conto dell’effettiva necessità della contenzione, sollecitare la liberazione”. Così non fu, e per questo 11 infermieri sono stati condannati. Si tratta di Maria D’Agostino Cirillo, Maria Carmela Cortazzo, Antonio De Vita, Giuseppe Forino, Alfredo Gaudio, Antonio Luongo, Massimo Minghetti, Nicola Oricchio, Raffaele Russo, Massimo Scarano e Antonio Tardio con  le condanne che vanno dai 13 mesi ai 2 anni e anche per loro la Corte d’Appello di Salerno ha sospeso la pena ma sono stati riconosciuti responsabili assieme ai medici di sequestro di persona, falso ideologico e morte in conseguenza di altro reato. Per i medici Rocco Barone e Raffaele Basso la pena, in secondo grado, è stata ridotta a 2 anni. Un anno e 11 mesi invece per Michele Di Genio, un anno e 10 mesi per Amerigo Mazza e Anna Angela Ruberto, 13 mesi per Michele Della Pepa.



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