Attualità
"CONTRADA A VOCAZIONE TURISTICA E DENSAMENTE ABITATA"
"CONTRADA A VOCAZIONE TURISTICA E DENSAMENTE ABITATA"
Capaccio, centro accoglienza migranti a Torre: residenti in rivolta scrivono a sindaco e prefetto
Alfonso Stile
18 marzo 2017 13:14
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CAPACCIO PAESTUM. Oltre un centinaio, tra migranti e richiedenti asilo, da accogliere nel cuore della località Torre di Mare, a Capaccio Paestum, meta balneare per migliaia di villeggianti ogni anno: residenti ed operatori turistici della zona scrivono una lettera di protesta a sindaco e prefetto, dichiarandosi pronti anche a manifestare, tutto il proprio dissenso, attraverso iniziative di mobilitazione promosse dal Comitato di quartiere ‘Torre di Paestum’.
A destare allarme, la richiesta già inoltrata, alla Prefettura di Salerno, da parte del proprietario dell’ex hotel ‘Torre’ (nella foto), sito proprio al centro della contrada marittima capaccese, che sarebbe pronto ad aprire, a quanto pare, un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) per ospitare i profughi: lo stabile, seppur dismesso da diversi anni, sarebbe stato già dichiarato idoneo, unitamente ad alcuni bungalow costruiti sul retro, a seguito di diversi sopralluoghi eseguiti dalle autorità competenti.
I residenti, però, non ci stanno ed avanzano anche dubbi sulla destinazione d’uso delle strutture, chiedendo al Comune di verificare se si tratta di costruzioni abusive o interessate da eventuali procedimenti di abbattimento, rigettando al contempo qualsiasi accusa di razzismo o intolleranza: la preoccupazione è che la paventata presenza dei migranti possa rappresentare un duro colpo alla già precaria economia turistica della contrada, con annesse problematiche relative a sicurezza, ordine pubblico e condizioni igienico-sanitarie in una zona densamente abitata e ad alta vocazione turistica, grazie alla presenza della caratteristica Torre militare e di un vecchio bunker risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, a pochi passi e direttamente su una delle spiagge più pulite della costa pestana.
Il sindaco Italo Voza, dopo aver ricevuto una delegazione del Comitato, ha chiarito però che, da circa 6 mesi, il Comune di Capaccio Paestum è in regime di sorveglianza da parte della Prefettura, ovvero non può più accogliere migranti oltre a quelli già ospitati: il proprietario della struttura ricettiva, napoletano d’origine ma residente ad Agropoli, però, non vuol saper ragioni ed avrebbe già ottenuto tutti i pareri necessari per procedere all’apertura del CAS.
Ad oggi, nella città dei Templi sono presenti in tutto 289 richiedenti asilo, dislocati in tre centri di accoglienza nelle località Licinella, Santa Venere e Vecchia Cilentana, provenienti per lo più da Bangladesh, Mali, Pakistan, Gambia e Nigeria. Al 31 dicembre del 2015, infine, secondo i dati Istat, sul territorio capaccese sono stati censiti come residenti regolari 2.610 stranieri su 22.810 abitanti, pari all’11,4% della popolazione: principalmente si tratta di rumeni, marocchini, ucraini, indiani e algerini, di cui il 55,3% di sesso maschile.

ECCO IL TESTO DELLA MISSIVA INVIATA DAL COMITATO A SINDACO E PREFETTO

“Il Comitato di quartiere Torre di Paestum, cosciente del dramma che tanti esseri umani stanno vivendo nel loro Paese d’origine, pur comprendendo e condividendo le ragioni che li spingono ad affrontare drammatici viaggi in cerca di condizioni di vita migliori, esprime il suo più vivo dissenso in merito all’ipotesi ventilata per ragioni di ordine economico nonché per ordine pubblico. Riteniamo, infatti, che proporre quale luogo per accogliere rifugiati una contrada ad alta vocazione turistica, che per la sua posizione tra i templi di Paestum e il mare nel periodo estivo vede aumentare vertiginosamente il numero dei residenti, costituisca scelta inopportuna quanto pericolosa, perché capace di incidere negativamente sul turismo, e foriera di possibili e probabili dissidi con la popolazione residente.
Tale realtà, purtroppo scoraggerebbe sia i residenti nel Comune, nonché gli avventori, a soggiornare in loco nel periodo estivo, nonché a scegliere posti identificati come più tranquilli, compromettendo la locale realtà economica già pesantemente intaccata, negli ultimi anni, da un perdurante stato di crisi. Si spera vivamente che tale richiesta venga tenuta in considerazione ma, nel caso non fosse possibile, si chiede almeno che il centro ospiti esclusivamente donne e bambini, e non soli uomini, che potrebbero creare seri problemi di ordine pubblico”.



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