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ALLARME DEL PG NELLA RELAZIONE SEMESTRALE DELLA DNA
ALLARME DEL PG NELLA RELAZIONE SEMESTRALE DELLA DNA
Capaccio-Agropoli, l'Antimafia: "Collusioni camorristiche nei rifiuti e trasporti ortofrutticoli"
Redazione
23 maggio 2017 09:14
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CAPACCIO-AGROPOLI-CILENTO. I tentacoli della camorra napoletana e casertana sulla gestione del ciclo dei rifiuti e dei trasporti di prodotti ortofrutticoli ed ittici in provincia di Salerno. Una piovra composta da personaggi spesso pregiudicati, dotati di ingenti capitali d’illecita provenienza, che investono in attività imprenditoriali e commerciali solo apparentemente gestite da prestanome senza precedenti penali, infiltrandosi in settori redditizi attraverso persone compiacenti ed insospettabili, tra cui probabilmente professionisti e pubblici amministratori e funzionari, creando una rete di collusioni ed influenze. Questo il contenuto, in sintesi, della relazione del procuratore generale distrettuale, Leonida Primicerio, inserita nell’ultima relazione semestrale della Direzione Nazionale Antimafia. Secondo il pg, “la presenza indisturbata sul territorio salernitano di esponenti e personaggi della malavita organizzata del Napoletano e del Casertano, negli affari leciti o illeciti, testimonia l’assenza di gruppi criminali locali egemoni capaci di contrastarli”.
Primicerio evidenzia ancora che “è finita la fase violenta e visibile dell’arricchimento della criminalità, che ora punta alla gestione, reimpiego e reinvestimento dei propri capitali illeciti nei circuiti dell’economia del territorio, riciclando denaro e beni sottratti a procedure fallimentari o provento dei reati di bancarotta fraudolenta e distrazione, consolidando rapporti ed alleanze con imprenditori e professionisti locali”.
Un fenomeno che, secondo quanto specificato nella relazione della Dna, è in crescita soprattutto nel basso Cilento: è qui infatti che, secondo il procuratore generale Primicerio, si anniderebbero gli interessi del clan Fabbrocino di Nola e del clan Cuccaro di San Giorgio a Cremano, che avrebbe messo le mani sulla zona di Agropoli e Marina di Camerota. Infiltrazioni assicurate da Morgan e Giovanni Meluzio, figli del più noto boss Antonio Meluzio, pluripregiudicato condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso, e Francesco Toriello, titolari della Sele Ambiente che, secondo quanto trascritto sulla relazione, avrebbero “collegamenti con associazioni criminali pugliesi ed operanti nel settore del ciclo dei rifiuti, insieme afli amministratori delle società Hidro Production, con sede a Capaccio Paestum, e Seven Group, con sede a Marcianise, e di altre persone che operano a Capaccio Paestum, Battipaglia, Polla ed in altri comuni del Salernitano, tramite una rete organizzata capillare che ha coinvolto, in attività illecite, anche pubblici ufficiali di alcuni comuni interessati alle attività di smaltimento dei rifiuti solidi urbani”



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