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Calcioscommesse, il capaccese Marco Garofalo indaga sull'organizzazione criminale che ha messo le mani sulla serie A
Alfonso Stile
16 gennaio 2013 10:25
Eye
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CAPACCIO. Sono ben tre le procure della Repubblica che stanno ancora indagando sullo scandalo del Calcioscommese in Italia. Finora sono 10 le squadre di serie A sotto inchiesta (la metà di tutto il massimo campionato), 9 squadre di serie B e 15 della Lega Pro, per complessivi 61 calciatori coinvolti. E dai nuovi interrogatori del serbo Almir Gegic, a capo del gruppo che corrompeva i giocatori per truccare le partite, ci si aspetta nuovi e clamorosi sviluppi. Per capire com’è strutturata l’organizzazione internazionale che ha messo le mani sul campionato di calcio italiano, gli inviati del programma “PresaDiretta” a cura di Riccardo Iacona, trasmesso domenica sera su RaiTre, nell’ambito di uno speciale dal titolo “Ladri di calcio”, si sono recati presso la direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, a Roma, dove il vicequestore aggiunto, Marco Garofalo (nelle foto), ha ricostruito nei minimi dettagli l’intera struttura criminale. Garofalo, che investiga da oltre 15 mesi su chi trucca le partite, ha 42 anni ed è un capaccese doc, figlio di Emilio Garofalo, noto direttore dell’ex Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Paestum. Da giovane, Marco ha frequentato il liceo classico ad Agropoli ed ha militato tra le fila della Poseidon e del Libertas Gromola, agli inizi degli anni ‘90, dove giocava come terzino sinistro, “veloce e tra quelli che non mollava mai” ricorda Vincenzo Adinolfi, decano degli allenatori pestani, allora preparatore atletico dei granata. Marco è entrato in polizia nel 2000: assegnato alla questura di Brescia, ha lavorato nella squadra mobile fino al 2010; in quel periodo, un altro illustre cittadino capaccese, il gen. Carmine Adinolfi, ricopriva allora l’incarico di comandante provinciale dei carabinieri. Poi il trasferimento allo Sco (Servizio Centrale Operativo) della polizia a Roma, nell’unità investigativa che si occupa della criminalità organizzata e della cattura dei latitanti di massima pericolosità: Marco, infatti, ha partecipato attivamente alle operazioni che hanno portato alla cattura del super latitante Michele Zagaria e di boss di spicco della Sacra Corona Unita, in Puglia.
Nell’intervista rilasciata ai colleghi della Rai, Garofalo ha dettagliatamente descritto l’organigramma mafioso che controlla il giro delle scommesse in tutto il mondo, partendo dai Balcani per arrivare al cuore dell’organizzazione in Indonesia, a Singapore, dove vive e lavora Tan Seet Eng, considerato dall’Interpol il capo assoluto delle scommesse sportive illecite, uno degli uomini più ricchi del mondo ricercato dalle polizie di mezza Europa. Sul coinvolgimento del concittadino Angelo Alessio, non può esprimersi: precisa, però, che non è assolutamente indagato dalla Procura di Cremona, dicendosi “umanamente molto dispiaciuto” per la squalifica che ha subito dalla giustizia sportiva.
Il vicequestore Garofalo ha promesso che, in esclusiva, sarà ospite di StileTV quando, prossimamente, ritornerà nella sua Capaccio Paestum, per partecipare ad una puntata speciale del format “Detto con Stile”.




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