Attualità
Forestale, sigilli a 5 lidi: è rivolta
Redazione
30 maggio 2010 10:56
Eye
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lidi_chiusi

 

Cinque stabilimenti balneari sequestrati sul lungomare di Eboli, 13 persone indagate per abusivismo edilizio e falso, segnalate alla Procura della Repubblica i nomi di ingegneri di fiducia dei proprietari. Questo l’esito dell’inchiesta che ha portato alla chiusura del lido “Made in Italy”, del lido “Holiday”, del lido “Grazia”, dei “Bagni Cinzia” e del “Galatea Village”, tutti siti sulla costa ebolitana. Il blitz, scattato dopo giorni di appostamenti e controlli, è stato realizzato dagli agenti della Guardia Forestale di Capaccio, coordinati dal comandante Marta Santoro. I titolari dei lidi avevano ricevuto tutti il permesso di costruire dal Comune di Eboli, ma la concessione era illegittima, visto che il certificato rilasciato dagli uffici comunali è risultato per tutti incompleto, in quanto mancante del necessario permesso della Regione Campania ed altre autorizzazioni di ambito naturalistico. Tutti i lidi cui sono stati apposti i sigilli, infatti, sorgono in area Sic protetta: questo è l’illecito più grave. Ieri pomeriggio, gli imprenditori coinvolti si sono riuniti al Consorzio “Hera Sele Mare” di Eboli, decidendo di adire le vie legali per difendere le proprie ragioni, sostenendo che c’era stata una conferenza di servizi opportunamente convocata in passato per ottenere i necessari pareri e risolvere tali disguidi. La parola passa agli avvocati, dunque, ma la rabbia dei proprietari è tangibile: “Perché questi controlli sono scattati proprio adesso, ovvero all’inizio della stagione balneare? Perché non sono stati fatti a novembre così avevamo tutto il tempo di chiarire le nostre posizioni?”. Dalla parte dei titolari dei lidi si è schierato il sindaco di Eboli, Martino Melchionda, in chiara polemica con gli inquirenti: “È una follia pura, un danno economico incalcolabile per i nostri operatori balneari. Non entro nel merito dell’inchiesta, ma una cosa è certa: siamo al trionfo della burocrazia sul tentativo di fare impresa in questo periodo di crisi. Il parere richiesto manca da un anno, lo sapevamo. Ma l’abbiamo richiesto da tempo, che colpa abbiamo noi se la Regione non ci ha fatto sapere nulla? Ora cinque imprenditori rischiano il crack finanziario, e noi non ci assumeremo la responsabilità di vederli finire sul lastrico. Lotteremo con fermezza per giungere ad una soluzione rapida, sperando che la magistratura lo sia altrettanto. I funzionari comunali indagati? Non cambio idea: il parere lo abbiamo richiesto tempo fa, abbiamo seguito la procedura prevista”.



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