Attualità
Piana del Sele, tensioni e proteste tra i produttori lattiero-caseari
Redazione
31 dicembre 2009 09:15
Eye
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Forte mobilitazione del settore lattiero in difesa dei produttori. Ieri si è tenuto un incontro tra gli allevatori della Piana e di altre zone del Salernitano per discutere delle possibili iniziative da intraprendere a difesa del settore della produzione di latte, messo in ginocchio dal prezzo troppo basso pagato dagli acquirenti. Decine le aziende che hanno preso parte alla riunione tenutasi all’hotel Ariston di Capaccio per manifestare rabbia e sdegno per la mancanza assoluta di azioni a tutela del settore. La tensione si è mantenuta alta per tutta la durata dell’incontro, durante il quale le diverse posizioni ed idee si sono poi concentrate sulla necessità di dire basta all’attuale sistema e sulla necessità di apportare modifiche urgenti. Gli allevatori protestano per il prezzo del latte ritenuto “indecente”, rispetto ai costi di produzione che sono invece in continuo aumento. Le attuali quotazioni sono ferme a quelle di oltre 10 anni fa, quando il latte costava ancora 800 lire al litro, oggi circa 0,42 euro. Già allora era un prezzo che non consentiva alle aziende salernitane di stare sul mercato, a far fronte alle grandi società del Nord, che riuscivano – e riescono – a produrre a costi bassi, grazie alle loro dimensioni, commercializzando il prodotto finale anche nelle nostre zone. A fronte di queste quotazioni sono aumentati, rispetto all’anno scorso, paglia, fieno e mangimi. Presente al vertice degli imprenditori agricoli anche il responsabile del settore agricoltura del WWF di Salerno, Antonio Cariello, che ha dichiarato: “I problemi da affrontare sono diversi e molteplici, ma alla base di tutto vi è una giusta remunerazione per un prodotto di qualità che deve arrivare sulle nostre tavole. In assenza di ciò, il comparto affonda sempre di più non potendo rispondere alle richieste del mercato di approvvigionamento”. Intanto sono numerose le stalle che stanno chiudendo i battenti, poiché non vi sono i margini per continuare ad alimentare e gestire razionalmente la mandria con un minimo di profitto, nel pieno rispetto delle norme. Per risolvere il problema, secondo gli allevatori, bisogna innanzitutto rivedere al rialzo il listino del latte; ridurre il costo materie prime; stabilire regole certe per il settore, per isolare i faccendieri senza scrupoli che commercializzano il prodotto in maniera illegale e fraudolenta; costituire associazioni di produttori serie e competenti che sostituiscano le attuali cooperative di produttori che raccolgono il latte per poi consegnarlo all’imbustatore.



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