Attualità
Analisi sistema camerale su aziende
Analisi sistema camerale su aziende
Ance, imprese under 35 in crescita: edilizia e commercio tra i settori più forti
Comunicato Stampa
06 giugno 2015 13:27
Eye
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In Campania nel primo trimestre del 2015 sono nate 4.022 imprese guidate da giovani under 35 con un saldo positivo pari a +1.854 aziende. Nella graduatoria delle province italiane Caserta si colloca al terzo posto (12.923 imprese, con un tasso d’incidenza del 14,4% sulle imprese iscritte); Napoli al nono (35.691, 12,9%); Salerno all’undicesimo posto (15.211, 12,8%); Avellino al diciannovesimo posto (5.097, 11,7%); Benevento al ventitreesimo posto (3.894, 11,3%). In tutte le province campane – evidenzia il Centro Studi Ance Salerno, che ha estrapolato i dati dalla rilevazione trimestrale condotta da Infocamere e pubblicata il 1° giugno scorso – il tasso d’incidenza delle imprese under 35 sul totale delle aziende iscritte ai registri camerali risulta sensibilmente superiore alla media Italia (9,5%). L’analisi di Unioncamere conferma che i settori più attrattivi per le nuove leve imprenditoriali risultano il commercio e l’edilizia, ai quali occorre aggiungere i servizi alloggiativi e la ristorazione. Molte attività si inseriscono, inoltre, nell’ambito dei servizi alla persona e del commercio al dettaglio. Unioncamere fa, inoltre, notare che hanno contribuito in maniera rilevante ad alzare i tassi di incidenza i neo-imprenditori immigrati. Nel contesto nazionale su 35.442 nuove aziende giovanili, 7.773 (una su cinque) è guidata da una persona nata al di fuori dei confini italiani. Nel caso delle imprese guidate da immigrati, nel commercio si concentra il 29,5% di nuove aziende giovanili e nell’edilizia il 18,1%. Massiccia la presenza di stranieri anche nei servizi di alloggio e ristorazione. Tra i primi dieci settori nei quali sono confluite le nuove imprese i servizi finanziari costituiscono uno dei riferimenti più gettonati (il 48,3% in questo segmento è guidata da un under 35). I servizi alla persona (43,9%) e il commercio al dettaglio (39,6%) si configurano come aree di grande interesse.  Delle oltre 115mila nuove imprese nate tra gennaio e marzo su tutto il territorio nazionale oltre 35mila (31%) sono guidate da giovani con meno di 35 anni. «La culla di questa vitalità imprenditoriale – è scritto nella nota di Unioncamere – continua ad essere il Mezzogiorno, dove ha sede il 36% delle imprese giovanili nate lo scorso trimestre con poco più di 13mila nuove iniziative». Unioncamere fa notare che – sempre su scala nazionale – quasi due aziende su tre hanno puntato fin dall’inizio su internet ed il 45% è pronto a vendere on line. Commercio (20%); costruzioni (9,5%) e servizi di ristorazione (5,1%) sono i settori nei quali si registra la maggioranza delle iscrizioni. Nel 76% dei casi siamo in presenza di imprese individuali e solo nel 17% di società di capitale. Il saldo tra aperture e chiusure di imprese giovanili a livello nazionale nel primo trimestre del 2015 è stato pari a +16.606 unità. «Pur rappresentando il 9,5% di tutte le imprese oggi iscritte alle anagrafi camerali – spiega la nota di Unioncamere – le imprese guidate da under 35 contribuiscono per oltre il triplo di questo valore (31%) all’afflusso di nuove forze imprenditoriali nel tessuto del Paese» «Il dato del Mezzogiorno rispetto alle imprese giovanili – rimarca il Centro Studi ANCE Salerno – conferma il ricorso a forme di auto-imprenditorialità nelle aree con i maggiori tassi di disoccupazione giovanile e femminile. La riprova di questa tendenza si evince dal fatto che l’area geografica in cui i giovani imprenditori contribuiscono di meno alle nuove iscrizioni è il Nord Est (27%); e nel Nord Ovest e al Centro si va di poco oltre il 29%». L’imprenditoria giovanile offre, non a caso, riscontri molto positivi in Calabria: la provincia italiana dove si registra l’incidenza più elevata sul totale delle aziende esistenti (15,3%) è Crotone tallonata da Vibo Valentia (15,1%). «Il dinamismo giovanile nell’attività di impresa – ha dichiarato il presidente di ANCE Salerno Antonio Lombardi – è un fenomeno che occorre valutare senza dubbio in maniera positiva. Ma non è un caso che i maggiori tassi di incidenza delle aziende under 35 si verifichino nelle aree del Mezzogiorno, con buone perfomance nelle province della Campania”. «È evidente – ha continuato Lombardi – che bisogna tenere presente le due facce della medaglia. Da un lato l’encomiabile forza di volontà dei giovani del Sud di non rimanere ai margini del mercato del lavoro; dall’altro la disperata necessità di mettere in campo fin da subito politiche strutturali di inclusione occupazionale non più rinviabili. Non ci si può certo accontentare di trend effimeri rispetto a quella che si configura a tutti gli effetti come un’emergenza sociale». «La natura giuridica e i settori maggiormente prescelti (quelli con barriere all’ingresso più fragili) confermano che l’auto-impiego molto probabilmente prevale sulle ragioni della scelta vocazionale. È su questi temi cruciali - ha concluso Lombardi - che la politica e le istituzioni devono al più presto dare segnali concreti e ed efficaci».



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