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operazione della guardia di finanza
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Ostia, sigilli al porto turistico: quattro arresti e sequestri per 400 mln di euro
Comunicato Stampa
29 luglio 2015 14:22
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OSTIA. Arrestato, questa mattina, dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, BALINI Mauro, noto imprenditore operante nel settore turistico ed immobiliare, nonché Presidente del Porto Turistico di Roma, ubicato in Ostia Lido. Tradotti in carcere, assieme a lui, su ordine del GIP del Tribunale di Roma, AMICUCCI Massimo, SODANO Edoardo, e CAPOGRASSI Sergio, avvocato con studio nella Capitale. I  4  arrestati  sono  accusati  di  associazione  a  delinquere  finalizzata  alla  bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori. Altre 9 persone sono state denunciate a piede libero. Numerose le perquisizioni presso i domicili delle persone coinvolte, le sedi di diverse società e gli studi professionali di due avvocati e di un commercialista. Nell’operazione - eseguita dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Repubblica della Capitale - sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti bancari ed il diritto di superficie su oltre 1300 beni demaniali, siti all’interno del porto turistico di Ostia (posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali) nonché, per alcuni di essi, il relativo diritto di utilizzo. Il valore commerciale di tutti i beni sottoposti a sequestro è stimato in oltre 400 milioni di euro. Le indagini, avviate nel 2012, per una ipotesi di bancarotta, hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero scientemente portato al fallimento la A.T.I. S.p.a., società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell’infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili (direttamente e/o indirettamente) alla figura dello stesso BALINI Mauro. Proprio quest’ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a “prestanomi” e “società schermo”, aveva realizzato un complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita A.T.I. S.p.a., dei creditori e dell’Erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro. Al BALINI è stato, inoltre, contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch’esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I., e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode.



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