Attualità
DIRETTORE REPLICA AL COMITATO 15 GIUGNO
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Museo Grand Tour, Di Bartolomeo: “Se Palazzo Bellelli è occupato, andremo in altre contrade”
Comunicato Stampa
15 novembre 2015 20:39
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CAPACCIO. Sfratto e allocazione del museo di Museo “Paestum nei percorsi del Grand Tour” nei locali di Paestum. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente nota stampa inviata, alla nostra redazione, dalla direttrice, Daniela Di Bartolomeo:
“Quando un anno fa coniai lo slogan “Sì alla cultura, NO ALLA CHIUSURA”, pensai innanzitutto al significato metaforico dell’ultimo termine. Chi scrive oggi è una persona molto amareggiata, ma sempre più determinata al raggiungimento di un obiettivo, salvare il museo “Paestum nei percorsi del Grand Tour”, unico fine di ogni azione da me ad oggi intrapresa in collaborazione con tutto il team della Fondazione Giambattista Vico, presieduta dal prof. Vincenzo Pepe e diretta dal dott. Claudio Aprea.
Il museo “Paestum nei percorsi del Grand Tour”, vive un momento molto difficile per le vicende legate ad uno sfratto imminente. Il rischio concreto è quello della delocalizzazione e decontestualizzazione dello stesso, per cui sono state realizzate iniziative volte a scongiurare tale evenienza. La Fondazione Giambattista Vico ha invitato l’amministrazione a proporre una sede alternativa, individuata nel palazzo Bellelli con una delibera del 2014, concessoci con una delibera del 13 novembre scorso, in quanto unico stabile comunale, ubicato a Capaccio Capoluogo, che possa ospitare l’intera collezione, impedendone lo smembramento. Ad oggi prendo atto che il “Comitato 15 Giugno” e l’Associazione “Agorà dei liberi” sono contrari al trasferimento del museo nei locali messi a nostra disposizione da un’Amministrazione comunale che tende alla crescita culturale del territorio, consapevole del rischio di trasferimento della collezione e nel rispetto della stessa associazione alla quale chiedeva sì a sua volta il sacrificio del trasferimento, ma con l’opportunità di continuare ad usufruire, insieme a noi e alle altre associazioni, dell’atrio, della sala conferenze e del giardino.
Contare sulla collaborazione di tutti sulla base di rapporti di cordialità, stima, ma soprattutto per l’amore comune per la cultura, il territorio e la comunità, ci sembrava civile e opportuno nei confronti di un’istituzione che lavora con grande spirito di abnegazione e nei confronti di un centro che sarà spogliato di un patrimonio culturale rilevante.
Se avessimo compreso fin dall’inizio questa reticenza alla collaborazione, non avremmo optato per questa soluzione e pur nuovamente ringraziando l’Amministrazione, riconsideriamo l’eventualità di accettare tale proposta, aprendomi in prima persona alla possibilità di trasferirci in altre contrade del territorio, purché si creino i presupposti idonei. Infatti, tanta la solidarietà e il sostegno ricevuto da numerosi cittadini, sia del Capoluogo che delle altre contrade del comune di Capaccio che ad oggi hanno firmato la petizione e contattano me e la fondazione per invitarci a non desistere da tale proposito e a loro rivolgiamo il nostro sentito ringraziamento.
Di contro, tendenziosità, bugie, offese gratuite, illazioni e strumentalizzazioni motivate da probabili fini politici a noi non appartengono, ma di questo discuteremo con chi di dovere e nelle opportune sedi. In quanto direttore del museo, affermo a gran voce e a testa alta che lo stesso è da sempre aperto a tutte le realtà territoriali che abbiano voluto e vogliano confrontarsi, unire le sinergie e promuove cultura. Le numerose manifestazioni culturali che ad oggi sono state svolte al suo interno non hanno mai previsto un biglietto d’ingresso e mai è stata fittata la sala conferenze, ma volontariamente condivisa con tutti coloro che hanno partecipato agli eventi organizzati. La Fondazione Giambattista Vico è una ONLUS e come tale non persegue fini utilitaristici, ma con grandi sacrifici e volontariato riesce a garantire l’apertura. Va ribadito che il museo, ubicato da 12 anni nel Convento S. Antonio di Capaccio, è riconosciuto con regolare decreto dalla Regione Campania, non abbiamo mai ricevuto segnalazioni in merito a presunte irregolarità, né pagato sanzioni, solo spese legali inerenti al procedimento relativo al contenzioso con i frati. Detto questo, rinnovo ancora una volta il mio impegno a procedere nel senso della cultura (termine talvolta abusato), auspicando di trovare una soluzione tale da non urtare la “sensibilità” di nessuno, ma capace di rispettare e tutelare quella di una comunità storicamente colta e volta alla crescita”.



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