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NOTA DEL MOVIMENTO CITTADINO
NOTA DEL MOVIMENTO CITTADINO
Capaccio, museo Grand Tour e Agorà dei Liberi. AltraCittà: "Risorse prestigiose e irrinunciabili"
Comunicato Stampa
20 novembre 2015 10:15
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CAPACCIO. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente nota inviata, alla nostra redazione, dal Movimento AltraCittà di Capaccio:
“I paragoni sono sempre antipatici e spesso risultano fuori luogo, specie quando si confrontano entità diverse per caratteristiche e peculiarità, per cui non paragonabili. Mettere pertanto a confronto l'Associazione Agorà dei Liberi con la fondazione per il Museo Grand Tour, non porta da nessuna parte e quindi meglio non porre alcun paragone. Certo è che entrambe le organizzazioni hanno svolto e svolgono per il territorio di Capaccio il lodevole compito di diffondere la cultura ed organizzare eventi socio-culturali che certamente fanno bene alla nostra comunità. Ogni Associazione, Fondazione, Comitato, ecc., ognuna con i propri intenti e le proprie peculiarità, va protetta, conservata ed aiutata ma questo, mai favorendone una a discapito di un’altra.
Encomiabile è l'operato dell'organizzazione del Museo Grand Tour, ma altrettanto lodevoli sono le numerose iniziative socio - culturali ed i contributi alla rinascita del nostra Città, dati dall'Associazione Agorà dei Liberi che da anni si prodiga per salvaguardare l’importante patrimonio storico e culturale del nostro territorio.
Lo sfratto (brutto termine) fatto a quest'ultima Associazione da parte del Comune di Capaccio certamente non appare ai nostri occhi come cosa buona e giusta. L'Agorà, con il suo sostanzioso patrimonio documentale e di esperienza attiva, non può essere relegata all'interno di locali come quelli di Piazza Orologio che, sia per dimensioni che per prestigio, non sono assolutamente paragonabili a quelli, se pur non in buone condizioni d'uso, esistenti nel Palazzo Bellelli (ex Asilo).
Purtroppo però gli sfratti (anche qui brutta parola) sono due e quest'ultimo è stato subito dal Museo Grand Tour che, probabilmente con valide motivazioni, ma per le quali non spetta a noi entrare nel merito, come L'Agorà, viene cacciato, dopo anni di lavoro e migliorie, dai prestigiosi locali quali quelli del Convento S. Antonio e lasciato senza una sede. Appare dunque che la questione diventi un dilemma amletico o come il cosiddetto “cane che si morde la coda”. Cacciare una a discapito di un'altra o conservarne una perdendo definitivamente l'altra.
Probabilmente, il “buon padre di famiglia” amministratore attento ed imparziale avrebbe previsto per tempo tutto quanto sarebbe successo e non avrebbe “innescato una meccanismo” di sfratti e contro-sfratti, che oggi appare difficile da disinnescare. La nostra solidarietà e comprensione va ad entrambe le associazioni in quanto il problema si sarebbe potuto e dovuto risolvere per tempo non riducendosi agli ultimi giorni e con lo sfratto imminente. Adesso però l’obbiettivo comune di tutti dovrebbe essere unico è solo, non perdere ancora pezzi di cultura e istituzioni importanti dal comune di Capaccio e nel caso particolare da Capaccio Capoluogo forse è giunto il momento di smetterla di predicare bene e razzolare male quindi, ragionando con calma e lucidità una soluzione potrebbe essere: i Frati potrebbero concedere i locali, sede dell’attuale Museo Grand Tour, in uso gratuito all’Associazione Agorà in modo tale che quest’ultima abbia una sede altrettanto prestigiosa e ampia come quella che lascia. In questo modo si salverebbe capra e cavoli e, soprattutto, i Frati Francescani darebbero prova di buona volontà, di non avere altri scopi per quei locali e farebbero qualcosa di utile per Capaccio Capoluogo.
L’ultima amara considerazione è che alla fine tra i vari tira e molla, tra le varie indecisioni dell’attuale amministrazione comunale, ed anche tra il disinteresse di tante Associazioni che, solo a parole, dicono di volere difendere il Capoluogo, a rimetterci sarà proprio quest’ultimo e non vorremmo che, alla fine, i locali per il Museo Grand Tour, come dal cappello di un prestigiatore, escano, tanto per cambiare, tra le mura di Paestum, o addirittura fuori dai confini comunali”.



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