Attualità
Li.P.A. Capaccio: "Il Puc è un paccotto"
Comunicato Stampa
04 marzo 2011 07:29
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CAPACCIO. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, il comunicato stampa inviato alla nostra Redazione dai Liberi Professionisti Associati (Li.P.A.) di Capaccio Paestum.

 

PUC… PAC… PACCOTTO… E CONTROPACCOTTO
Alle funi, alle funi…. si gridava per compattare il popolo. Al lupo, al lupo …. per preavvertire di un pericolo.
Al PUC, al PUC, per compattare gli interessi e fuorviare il popolo di Capaccio.
Al pacco, al pacco gridiamo inorriditi per il PUC consegnato dal prof. Forte a Capaccio.

All’esimio prof. Forte, autentico conoscitore delle leggi e del sapere urbanistico universale, ancora una volta chiediamo semplicemente se per la definizione della proposta di PUC presentata di recente a Capaccio, ha seguito le direttive indicate dal consiglio comunale e quanto imposto dalle normative nazionali e regionali vigenti in materia urbanistica.
Dall’esame degli elaborati presentati, come associazione esprimiamo il nostro più completo disaccordo e la più totale disapprovazione per un Piano urbanistico che giudichiamo errato, sovradimensionato e fuori da ogni umana logica, stante i contenuti tecnico-giuridici proposti, le scelte e le proposizioni attuative enunciate. A Capaccio Scalo come a Rettifilo, a Borgo Nuovo, a Gromola, alla Laura e in tutti gli altri borghi sono stati anticipati insediamenti residenziali non solo senza adeguata logica compositiva e opportune premesse di cucitura tipologica, quanto soprattutto senza un corretto dimensionamento pur sempre nel rispetto degli standards previsti in particolare dal D.M. 1444 del 02-04-1968 e dalle leggi regionali, nonché dalla Legge n. 167 del 18-04-1962 come integrata e modificata dalla Legge n. 865 del 22-10-1971.
L’uso indiscriminato del territorio ed il consumo insolito quanto smisurato di suolo agricolo produttivo, rimandano a considerazioni più complesse che investono temi specifici come quello della salvaguardia degli equilibri di un già fragile mercato immobiliare o della provenienza dei capitali da investire in attività edilizie così consistenti quanto incomprensibili rispetto al reale fabbisogno residenziale.
La previsione di zone “B” di completamento laddove esistono uno, due fabbricati rurali o addirittura nessuno, la contrastante rappresentazione negli elaborati di testo e nelle diverse tavole grafiche, di zone non corrispondenti allo stato di fatto e di diritto di fabbricati ed aree, la previsione diffusa di zone “B3” e Hd, non possono che lasciare sbigottiti anche i più cauti degli osservatori.
Insediamenti residenziali previsti ovunque e spesso senza alcun limite, una zona per gli insediamenti produttivi impiastricciata di possibilità insediative di tipo residenziale, la predisposizione di aree sottoposte a regime vincolistico con all’interno aree edificabili ingiustificatamente circoscritte, lascia presagire un futuro assetto del territorio ed una codificazione di “linee di paesaggio” mostruosamente sconce e raccapriccianti. Ipotesi di smisurate devastazioni territoriali e la previsione di inarrestabili flussi di cemento, si celano dietro una visone urbanistica ansiosa e folle, illustrata attraverso proposizioni tipologiche aberranti e incredibilmente goffe che nulla hanno a che fare con la purezza dei caratteri semantici da sempre espressi dal luogo.
Osservando qualche esempio preso a caso come riportato di seguito, più che una proposta di dettaglio, sembrerebbe un’esercitazione eseguita da studenti di architettura che, visto i risultati ottenuti dopo numerosi sforzi, decidono di abbandonare definitivamente gli studi perché consapevoli dei propri limiti.
Dall’esame, dunque, della proposta urbanistica rappresentata dal prof. Forte, viene spontaneo domandarsi se è riferita effettivamente al comune di Capaccio o a chissà quale altro contesto territoriale. Osservando l’articolazione della viabilità di progetto e la previsione delle tante zone edificabili sparse in zona agricola, viene spontaneo domandarsi se il prof. Forte si sia mai interrogato sull’incidenza dei costi per le urbanizzazioni che si troverebbero a sostenere i cittadini e lo stesso Ente comunale nel caso tale ipotesi fosse condivisa dall’attuale amministrazione. Viene da chiedersi, infine, quali livelli di conciliazione verrebbero a prefigurarsi in ragione del regime vincolistico incombente sul territorio, peraltro notevolmente aggravato dalle scelte introdotte dalla proposta pianificatoria. Non si comprende il significato assegnato a zone riconosciute inedificabili che sfiorano, comprendono o delimitano specifiche aree edificabili: ciò è solo uno dei tanti misteri che avvolgono questo Piano.
Al prof. Forte ricordiamo che se non ha seguito né gli indirizzi, né quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale, il suo non appare come un lavoro eseguito correttamente e , pertanto, non riteniamo che lo stesso abbia diritto ai lauti compensi concordati, a meno che non li abbia ricevuti come P.R. per far conoscere il nostro comune nel mondo, pur sempre nella consapevolezza che la liceità dei compensi interessa altri organi istituzionali a ciò preposti.
Il prof. Forte ha consegnato al Comune di Capaccio un PUC sovradimensionato, intriso di aree di proprietà di assessori e consiglieri o comunque di loro parenti ed affini sino al quarto grado. Una tale circostanza finisce col rendere la proposta di PUC di fatto improponibile per l’approvazione a causa della mancanza di numero legale in Consiglio comunale (ma chissà se il tecnico incaricato queste cose le conosce, visto che proviene da terre dove il gioco delle tre carte è da sempre frequentemente praticato). Non solo ci sentiamo ancora una volta di chiederle di dimettersi per lasciare finalmente libero questo paese, ma ci consenta di augurarle un buon lavoro e migliori fortune altrove.

 

PER IL CONSIGLIO DIRETTIVO LI.PA.
Il responsabile relazioni esterne
Ing. Pietro Gorga



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