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"Pegaso", Procura Vallo indaga per truffa
Redazione
23 marzo 2011 13:51
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agropoli

 

CAPACCIO. Continuano le indagini sul caso di presunta truffa, che vede coinvolte due ditte del napoletano esecutrici dei lavori relativi al progetto “Pegaso”, realizzato dalla Provincia per contrastare il fenomeno illegale della pesca a strascico. Al centro dell'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Alfredo Greco e durata circa due anni, infatti, vi è il progetto finanziato con fondi Por Campania e attuato dalla Provincia di Salerno, oltre due anni fa. Un vero e proprio piano per combattere la pesca a strascico entro le tre miglia, costato circa tre milioni di euro, 550mila dei quali destinati alle coste dei Comuni di Agropoli e Capaccio, e che, grazie alla collocazione sul fondo del mare di quasi settecento “tripodi", ovvero di grossi blocchi di cemento, avrebbe reso impossibile la famigerata pesca illegale. Dagli accertamenti è emerso che mancherebbero all'appello centinaia di tripodi, mai depositati sui fondali delle coste di Agropoli e Capaccio. Una  truffa, insomma, nella quale sarebbero coinvolte le ditte appaltatrici dei lavori, che avrebbero intascato parte dei fondi europei  erogati per il progetto. L’ipotesi degli inquirenti è che  le ditte non hanno proprio realizzato i tripodi o gli stessi sono stati collocati in altre aree e non dove prevedeva il progetto approvato dall’ente provinciale. Per queste motivazioni l’attenzione degli inquirenti è rivolta anche ad altre aree per verificare l’eventuale collocazione dei tripodi. L’inchiesta della procura vallese nei prossimi giorni potrebbe avere ulteriori sviluppi. 



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