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DECRETO LEGGE DEL GOVERNO
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Riforma Bcc, Villarosa del M5S: "Contrari su tutto, favorisce solo le grandi banche"
Comunicato Stampa
26 febbraio 2016 14:48
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ROMA. “Siamo contrari a tutta la riforma. Abbiamo capito quale è il disegno, che è quello delle grandi banche che vogliono acquisire le più piccole con il benestare di Banca d’Italia, e invece di comprarle con le sofferenze le comprano o pulite con il bail in o nel caso delle Bcc le trasformano in Spa aggredibili dal mercato violando l’art. 45 della Costituzione che parla di cooperazione mutualistica”. Così Alessio Villarosa (nella foto) del Movimento Cinque Stelle torna sul decreto legge Banche che contiene la riforma delle Banche di credito cooperativo sul quale oggi l’Aula di Montecitorio ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate proprio dall’M5S oltre che da Sel e Lega. “Più grave ancora – prosegue Villarosa – è che viene eliminato l’articolo 17 di un decreto del 2000 che parla di cooperazione e che prevede che quel patrimonio che gode di una fiscalità agevolata debba obbligatoriamente finire a fondi mutualistici proprio perché nascono come cooperative per la mutualità. Allora questa è una scusa bella e buona per aggredire un patrimonio destinato ad altri scopi e che invece finirà a chi acquisterà queste azioni naturalmente a un prezzo di favore”.
Per Villarosa, membro della Commissione Finanze di Montecitorio, “si potrebbe parlare per ore dei possibili conflitti di interesse avvenuti dall’emanazione del decreto sulle banche di credito cooperativo alla conferenza stampa del giorno dopo. Le banche sapevano di doversi riferire alle riserve, poi nel decreto le riserve sono diventate patrimonio netto. Questo – fa notare - ha generato dubbi in tutte le forze politiche perché proprio quella modifica farebbe rientrare nella trasformazione in Spa banche vicine a senatori e al governo stesso, c’è la banca di Cambiano, ci sono Lotti, Verdini e Bini Smaghi”. Proprio il caso di Bini Smaghi per Villarosa “è molto particolare”. “Viene scelto come uno degli advisor per la cessione delle quattro banche popolari. Lui – ricorda - che è lo stesso che avrebbe acquistato, tramite Tages holding, 300 milioni di crediti in sofferenza di Banca Etruria al 45%, cinque giorni prima del decreto sulle 4 banche. E oggi Bini Smaghi ritorna anche nella riforma delle Bcc”.



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