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LEGALI PREPARANO ARTICOLATO DOSSIER
LEGALI PREPARANO ARTICOLATO DOSSIER
Capaccio, a processo Voza, la moglie e Criscuolo: “Cercano di screditarmi, ma la verità verrà fuori”
Alfonso Stile
02 novembre 2016 10:11
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CAPACCIO PAESTUM. Il gip Maria Zambrano del Tribunale di Salerno, in accoglimento della richiesta avanzata dal pm inquirente, ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti del sindaco di Capaccio Paestum, Italo Voza, di sua moglie, Maria Giuseppa Pisani, e del responsabile dell’Ufficio Edilizia del Comune, l’ing. Vincenzo Criscuolo, imputati a vario titolo di abusivismo edilizio ed abuso d’ufficio. Nel provvedimento, datato circa due mesi fa, è stata fissata la prima udienza ad aprile 2017. Secondo le risultanze degli inquirenti, i tre “si accordavano tra loro affinché Criscuolo, omettesse, così come ometteva in violazione dei suoi doveri repressivi in funzione di antiabusivismo edilizio, di procedere all’esecuzione in danno dell’ordine di abbattimento (n. 165 del 20/9/2015) relativo ad un fabbricato per civile abitazione edificato e più volte ampliato abusivamente, ubicato in Via Nettuno 2, adibito ad abitazione e residenza familiare dei coniugi Voza-Pisani, beneficiari e istigatori, che avevano lasciato in ottemperato l’ordine entro il termine dei 90 giorni a essi ingiunto”. Tale inosservanza, secondo l’accusa, “ha intenzionalmente procurato per Italo Voza, sindaco di Capaccio Paestum, che aveva nominato Criscuolo responsabile di settore con decreto sindacale del 22/08/2012, e alla moglie Maria Giuseppa Pisani, un ingiusto vantaggio patrimoniale”, in un’area tra l’altro sottoposta ai vincoli della legge 220 Zanotti-Bianco.

VOZA: “INFORMAZIONI TENDEZIOSE E CONFUSE PER SCREDITARMI PERCHÉ MI RICANDIDO”
Il sindaco Italo Voza, a StileTV, ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito alla vicenda: “Il giudizio chiarirà inequivocabilmente come l’accusa, riguardante un presunto abuso d’ufficio, sia del tutto infondata. D’altronde, si tratta di procedure in cui l’Amministrazione ed il Sindaco non sono parte attiva né direttamente coinvolta in alcun modo sin dalla riforma Bassanini del 1997. Sono assolutamente sereno e convinto che il dibattimento pubblico sia la modalità più adatta per ristabilire la verità a fronte degli inaccettabili continui tentativi di strumentalizzazione politica per una vicenda quasi surreale, che vede coinvolti anche miei familiari.
Ripongo piena ed incondizionata fiducia nell’azione dell’autorità giudiziaria e spero che si giunga ad una sentenza il più rapidamente possibile, per chiarire definitivamente la correttezza e l’onestà del mio operato e delle altre persone coinvolte, che emergerà con assoluta chiarezza da documenti, fatti e circostanze.
In questo momento, nonostante numerosi quanto affannati tentativi contrari, rimango concentrato esclusivamente sull’attività politica ed amministrativa che l’amministrazione di Capaccio Paestum sta portando avanti nell’esclusivo interesse dei cittadini. Informazioni tendenziose e confuse e la volontà di gettare continuo e ingiustificato discredito sugli avversari piuttosto che proporre o discutere soluzioni per il territorio mi convincono sempre di più che il quotidiano lavoro a favore della popolazione sia l’unico nonché il migliore modo per arrivare all’appuntamento delle amministrative della primavera 2017”.
Nel chiarire la vicenda davanti ai giudici, i legali di Voza stanno preparando un articolato dossier che, oltre a ricostruire appieno la vicenda, porterà all’evidenza della magistratura circostanze e fatti documentati che potrebbero innescare clamorosi sviluppi, a partire da quella che gli avvocati definiscono 'singolare' trasmissione degli atti alla Procura da parte del Comune di Capaccio Paestum, risalente al 2011, ovvero quando lo stesso Voza annunciò l’intenzione di volersi candidare a sindaco. In quel periodo, secondo i legali, non vi furono altre segnalazioni da parte dell'ente civico alla magistratura in tema di abusivismo: quella a carico di Voza fu innescata da un esposto anonimo, una prassi spesso evidenziata durante i dibattimenti, e nelle denunce delle vittime, nell'ambito del cosiddetto scandalo Forestale&Mazzette. Lo stesso Voza, nel 2013, con propria nota a sua firma, intimò proprio al responsabile dell’Area V, Criscuolo, di adempiere ai provvedimenti in materia di abbattimenti ed abusi edilizi, circa 3mila e mai eseguiti, onde evitare "gravi danni patrimoniali a carico dell'ente". 

COSA DICE L’ORDINANZA
L’ordinanza n. 165 del 20/9/2015 imponeva, nello specifico, la demolizione delle opere abusive su fondo demaniale del Comune, inerenti solo il fabbricato adibito a civile abitazione dei coniugi Voza, di fatto rientrante nella disponibilità dell’Ente delle antichità e documenti della Provincia di Salerno presso la direzione dei musei provinciali. Nessuna opera abusiva è contestata relativamente allo storico complesso principale del Ristorante Nettuno. In particolare, infatti, l’ordinanza fa riferimento ad un vano coperto in muratura di circa 18 mq, adibito ad ingresso-stireria e lavanderia, ed a due piccole tettoie, una adibita a deposito e l’altra a copertura di un gruppo elettrogeno.
Di recente, il complesso immobiliare Nettuno è finito nel mirino anche della Corte dei Conti, che ha contestato un danno erariale di oltre 700mila euro alla famiglia della moglie del sindaco, invitato a dedurre sulla situazione insieme a quattro funzionari comunali.



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