Attualità
Paestum, Area 220: a rischio chiusura 150 attività, proprietari lanciano appello al sindaco Marino
Redazione
11 giugno 2011 07:05
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PAESTUM. Operatori e proprietari in allarme per la possibile chiusura della maggior parte delle 150 attività e degli esercizi pubblici che, nel comune di Capaccio Paestum, ricadono all’interno dell’area sottoposta a vincolo archeologico dalla legge 220 “Zanotti Bianco”. Un provvedimento drastico che, per molti ristoranti e negozi, potrebbe addirittura scattare già nelle prossime settimane. Una delegazione di imprenditori, al riguardo, ha incontrato il sindaco Pasquale Marino, al quale è stato chiesto di intervenire al fine di scongiurare, almeno per l’imminente estate, la chiusura delle attività. “È necessario trovare una soluzione – afferma Domenico Federico, titolare di un’attività commerciale a Torre di Paestum – chiediamo una tregua almeno per questi mesi estivi. L’auspicio è che il sindaco vada in Procura per sensibilizzare i magistrati a soprassedere almeno per il momento. I controlli vanno fatti comunque su tutto il territorio. Perché l’inchiesta riguarda solo l’area 220?”. Gli accertamenti effettuati dagli agenti della polizia locale, in questi giorni, attraverso l’acquisizione di atti e documenti presso i competenti uffici comunali, hanno evidenziato che, oltre la metà delle attività censite, non possiede il necessario certificato di collaudo. L’indagine sulla regolarità delle strutture è scattata su disposizione della Procura di Salerno.  Gli accertamenti, su delega dei sostituti procuratori Valenti e Polito, è condotta dalla polizia locale, diretta dal capitano Antonio Rinaldi, e si  muovono su due diversi fronti: la verifica del possesso del certificato di agibilità ed il relativo collaudo delle strutture poste in essere. Nel primo caso, qualora venisse riscontrata l’assenza dell’agibilità, è prevista una sanzione amministrativa per mancanza dei requisiti igienico-sanitari e urbanistici. Nel secondo caso, allorché venisse accertato che la struttura non possiede regolare certificato di collaudo, la Procura può decidere di procedere con il sequestro e la chiusura dell’attività commerciale o dell’esercizio pubblico. Questo tipo di attestazione, infatti, è indispensabile in quanto certifica la sussistenza dei requisiti antisismici e strutturali. Da quanto hanno evidenziato, ad oggi, i controlli dei caschi bianchi, quasi la totalità delle attività commerciali ed esercizi pubblici non è in possesso del certificato di collaudo strutturale. Per gli irregolari il rischio reale è che la Procura decida di procedere con la chiusura e sospensione dell’attività fino a quando i titolari non regolarizzeranno le proprie strutture. Al vaglio della Procura anche le posizioni dei responsabili degli uffici e degli assessori delegati che, nel corso degli anni, hanno rilasciato l’autorizzazione per attività commerciali e le licenze per i pubblici esercizi. Nell’area sottoposta a vincolo archeologico, comprendente le contrade di Torre di Mare, Linora, Licinella, Santa Venere e Paestum, insistono soprattutto complessi alberghieri, ristoranti, bar, villaggi turistici, residence e finanche distributori di carburante. Alcuni titolari delle attività a rischio, nel corso dei controlli dei caschi bianchi, ha presentato i vecchi certificati di staticità, le cosiddette licenze d’uso, che nel passato venivano rilasciate dagli enti comunali.



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