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L'ACCUSA È ELUSIONE DELLA NORMATIVA ANTIMAFIA
L'ACCUSA È ELUSIONE DELLA NORMATIVA ANTIMAFIA
Agropoli, case confiscate lasciate agli zingari: Procura chiede processo per Alfieri e tre funzionari
Redazione
30 novembre 2016 08:51
Eye
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AGROPOLI. Case confiscate alla malavita mai acquisite al patrimonio del Comune di Agropoli e lasciate al clan degli zingari. Chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco, Franco Alfieri, accusato di aver eluso la normativa antimafia per ingraziarsi la comunità rom a scopi elettorali. Queste le motivazioni per le quali il pm Ivana Niglio ed il procuratore capo Giancarlo Grippo, della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, hanno chiesto il processo per il primo cittadino agropolese: Alfieri comparirà a gennaio davanti al gup Valeria Campanile, che dovrà decidere se rinviarlo a giudizio insieme a tre funzionari comunali, ovvero Marialuisa Amatucci, Biagio Motta e Agostino Sica, responsabili dell’area Patrimonio e Manutenzioni.
La vicenda risale al dicembre di 8 anni fa, nel 2008, quando l’ente comunale riceve dall’Agenzia del Demanio tre appartamenti sequestrati a Fiore Marotta, Alberico Dolce e Silvana Marotta, esponenti di spicco dell’omonimo clan criminale: erano stati tutti già sgomberati e all’Amministrazione comunale spettava solo registrare i tre immobili nel proprio patrimonio indisponibile e destinarli ad attività sociali, vigilando che non vi fosse una nuova occupazione abusiva degli stessi. Ma invece non fu fatto nulla di tutto ciò, anzi: su uno dei tre appartamenti era stato anche accettato un condono edilizio. Una situazione che finì sul tavolo della Dda, che emise i primi avvisi di garanzia per Alfieri, i funzionari coinvolti e gli stessi Marotta. Per gli avvocati di Alfieri, però, si è trattata di una semplice dimenticanza amministrativa, tesi che sosterranno davanti al gup.



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