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VOZA E BOTTE: "DECISIONE LEGITTIMA, TENSIONE ERA ALTISSIMA"
VOZA E BOTTE: "DECISIONE LEGITTIMA, TENSIONE ERA ALTISSIMA"
Capaccio, progetto Sprar: Comune rendiconta restituzione fondi, Engel chiede maxi risarcimento
Redazione
04 gennaio 2017 15:08
Eye
  2768

CAPACCIO PAESTUM. Comune di Capaccio Paestum al lavoro per rendicontare le somme non utilizzate per l’attuazione del progetto Sprar riservato all’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo sul territorio comunale: l’intento è di procedere, eventualmente, alla restituzione dei fondi non utilizzati a seguito dell’annullamento del progetto da parte dell’Ente, guidato dal sindaco Italo Voza. Il provvedimento, deliberato dalla Giunta comunale nel gennaio 2015, tenne conto “di inadempienze ai dettami del progetto, delle lamentele più volte avanzate dagli stranieri ospitati all’interno della struttura di accoglienza convenzionata (nella foto) e, non ultimo, i gravi episodi verificatisi, a dicembre 2014, con i rifugiati che avevano dichiarato di essere continuamente minacciati e di avere paura di continuare e rimanere nel centro Sprar”.
Il progetto prese il via all’inizio del 2014, a seguito di uno schema di convenzione tra il Comune di Capaccio Paestum, la Engel Italia srl e l’associazione Engel For Life, per la realizzazione del programma di accoglienza di 25 persone richiedenti protezione internazionale, estendibile per altri 25 in caso di assegnazione dei posti messi a disposizione del Ministero dell’Interno, da febbraio 2014 a dicembre 2016. A seguito dei monitoraggi effettuati dal Ministero e dei sopralluoghi eseguiti da parte del Comune, emerse infatti la “non rispondenza ai dettati del progetto che doveva essere di integrazione sociale ed invece appariva di accoglienza: le inadempienze avrebbero riguardato anche alcune irregolarità inerenti il pagamento puntuale mensile del pocket money, inadeguatezza del cibo, mancata previsione di attività interne culturali e ludiche, mancata fornitura di abbigliamento, a cui si aggiunsero lamentele presentate dagli stranieri alla Prefettura”. Seguirono esposti presentati dalla Cgil, con il deputato Pd Khalid Chouki che effettuò finanche per un sopralluogo, a sorpresa, al fine di controllare la fondatezza delle dichiarazioni rilasciate dai richiedenti asilo. La vicenda culminò il 23 dicembre 2014, con il sindaco Voza che dispose, con apposita ordinanza, il trasferimento immediato e temporaneo in un'altra struttura in attesa del via libera, poi giunto dal Ministero, al trasferimento definitivo in altre strutture Sprar sul territorio nazionale. Di qui prese il via anche una vicenda giudiziaria con la Engel che, nella persona del suo legale rappresentante Alessandro Forlenza - dapprima presentò ricorso al Tar contro la revoca del progetto da parte del Comune, e successivamente avviò un’azione legale contro l’ente civico, con denunce nei confronti del sindaco Voza, del deputato Chaouki e del sindacalista Anselmo Botte, per abuso d’ufficio, diffamazione, danni d’immagine e minacce, con una richiesta di risarcimento danni pari a 900mila euro, oltre alla richiesta di arretrati pari ad ulteriori 130mila euro relativi al primo semestre 2014.
“Respingo categoricamente tutte le accuse mosse dalla Engel nei miei confronti – spiega Anselmo Botte, segretario della CGIL Salerno – le dichiarazioni dei migranti sono state verbalizzate dalle forze dell’ordine, così come esiste un verbale che motiva l’ordinanza del sindaco Voza”. Lo stesso primo cittadino capaccese precisa: “Al momento è in piedi il ricorso al Tar della società Engel avverso l’ordinanza di revoca della convenzione con il nostro ente per il progetto Sprar, risalente a due anni fa - aggiunge proprio Voza – un’ordinanza suffragata da un verbale controfirmato da associazioni umanitarie, sindacalisti, assessori al ramo in merito ad una situazione di malessere e tensione che, all’epoca, innescò anche interrogazioni parlamentari e l’attenzione dei media nazionali. Ritengo, ancora oggi, di aver preso la decisione legittima in un momento in cui, ripeto, la tensione era altissima”.



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