Attualità
INDAGINE 'NEW FAMILY'
INDAGINE 'NEW FAMILY'
Capaccio, gli affari del clan Rossi: armi ed intimidazioni per controllare lo spaccio di cocaina
Redazione
01 luglio 2017 09:31
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Dopo il blitz dei carabinieri della scorsa notte, che ha portato all’arresto di 12 persone, emergono nuovi retroscena dell’indagine, denominata ‘New Family’, che ha sgominato il clan Rossi di Capaccio Paestum. Un cartello criminale messo in piedi e diretto per diverso tempo da Giancarlo Rossi che, attraverso una fidata rete di pusher, vendeva cocaina non solo nella città dei Templi, ma anche ad Agropoli e Vallo della Lucania: la droga veniva acquistata a Napoli e smerciata a giovanissimi ed insospettabili professionisti capaccesi e cilentani.
Un business fiorente, ma dopo gli attentati esplosivi all’autolavaggio Paolino alla Licinella avvenuti tra settembre e ottobre del 2014, che portarono all’arresto proprio di Giancarlo Rossi, l’organizzazione criminale fu costretta a riorganizzarsi, in primis per saldare debiti nel pagamento della droga per oltre 50mila euro: a prendere le redini fu così il padre, il noto pluripregiudicato 70enne Umberto Rossi, quasi ‘costretto’ a subentrare nei loschi affari del figlio, ormai in carcere, ed a far valere la sua lunga militanza nella Nco di Cutolo a garanzia del pagamento nei confronti di Rosa Borriello, alias ‘la zia’, che da Scampia forniva la droga e reclamava continuamente il denaro in sospeso.
Un mercato da rifornire ma anche da difendere per i Rossi, i quali, per affermare la propria supremazia nella zona, attraverso i proprio sodali, finiti tutti in cella nella retata di ieri notte, utilizzavano anche armi per intimidire spacciatori di clan rivali, progettando finanche la gambizzazione di un pusher che stava invadendo il territorio. Affari di droga ma anche estorsioni, con il clan Rossi che studiava intimidazioni ai danni di imprese della zona per rimpinguare le casse del sodalizio criminale. Affari stroncati, però, dai carabinieri del Comando provinciale di Salerno, che grazie ad una certosina opera di pedinamenti ed intercettazioni personali ed ambientali, hanno ricostruito le dinamiche del clan.



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