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BLITZ DEI CARABINIERI
BLITZ DEI CARABINIERI
Comunali 2017, scandalo a Nocera Inferiore: voto di scambio e corruzione elettorale, 4 arresti e 19 indagati
Comunicato Stampa
21 agosto 2017 08:59
Eye
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NOCERA INFERIORE. I carabinieri del R.O.S. in collaborazione con quelli del Contando Provinciale di Salerno, con l’ausilio di unità cinofile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, hanno dato esecuzione ad una articolata operazione di Polizia Giudiziaria procedendo a notificare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 uomini (Antonio Pignataro, Carlo Bianco, Ciro Eboli e Luigi Sarno) ritenuti a vario titolo, responsabili dei reati di associazione a delinquere di stampo camorristico (art. 416 bis c.p.), scambio elettorale politico-mafioso (416 ter c.p.), corruzione elettorale, estorsione, violenza privata. Sono state altresì eseguite numerose perquisizioni e sequestri nei confronti di altri 20 indagati denunciati in stato di libertà. I provvedimenti cautelari personali, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Salerno, scaturiscono da una complessa attività investigativa coordinata dalla D.D.A. e condotta dal R.O.S. dei carabinieri. Le attività costituiscono la naturale prosecuzione di una precedente fase investigativa, convenzionalmente denominata “Un’altra storia”, culminata al principio dello scorso dicembre 2016 con l’esecuzione a Nocera Inferiore, di un provvedimento custodiale nei confronti dei componenti di tre distinti gruppi criminali armati operanti in quel territorio e dediti alla commissione di una pluralità di delitti. Tra questi, il gruppo capeggiato dai fratelli Cuomo, Michele e Luigi.

Ebbene, le acquisizioni investigative successive all’esecuzione di tale provvedimento cautelare personale, hanno messo in evidenza la figura di Antonio Pignataro, storico affiliato alla “N.C.O.” di Raffaele Cutolo, transitato poi nel cartello criminale denominato “Nuova Famiglia”, nei primi anni ’90, in seno al quale, a Nocera Inferiore, raggiunse il livello di massimo vertice. Il suddetto, condannato a lunga pena detentiva per reati di omicidio volontario aggravato, associazione per delinquere di stampo camorristico ed altri gravi reati, è altresì noto per essere stato condannato con sentenza irrevocabile per l’omicidio della 12enne Simonetta Lamberti, figlia dell’allora Procuratore della Repubblica di Sala Consilina, Alfonso Lamberti, delitto avvenuto nel 1982 a Cava de’ Tirreni.

Nell’anno 2015, al Pignataro veniva concesso di espiare la pena in regime di detenzione domiciliare per gravi motivi di salute. Le indagini svolte hanno evidenziato che il suddetto pericoloso pregiudicato, tornato a Nocera Inferiore, si era nuovamente imposto quale referente criminale sul territorio, riprendendo il ruolo egemone e direttivo che aveva ricoperto negli anni ’90, al momento del suo arresto.

Attraverso le indagini è stato possibile documentare che il Pignataro, avvalendosi di Ciro Eboli (cognato di Luigi Cuomo), nonché di Luigi Sarno e di altri sodali, era dedito:

– a rivendicare e promuovere sul territorio, attraverso atteggiamenti camorristici, il proprio carisma criminale:

– a rivendicare la propria egemonia territoriale anche nei confronti di omologhe consorterie operanti nei comuni limitrofi, come dimostrato in occasione della spedizione organizzata ad Angri finalizzata a far desistere un creditore dal riscuotere la somma di denaro che gli doveva essere corrisposta da un conoscente dello stesso Pignataro;

– ad assicurarsi solidi rapporti di natura politica nell’amministrazione pubblica di Nocera Inferiore, al fine di garantirsi tornaconti personali per sé ed i sodali.

In tale contesto, particolare rilevanza assumeva l’accordo di scambio di voti politico-mafioso concluso tra Antonio Pignataro ed i suoi sodali con il consigliere comunale, in carica fino al giugno 2017, Carlo Bianco, eletto all’epoca nella lista “Riformisti”, facente parte della maggioranza amministrativa di Nocera Inferiore, retta, all’epoca, dal sindaco Manlio Torquato.

Lo scambio elettorale politico mafioso è stato così ricostruito:

Carlo Bianco, candidato al Consiglio comunale di Nocera Inferiore in occasione delle elezioni amministrative dell’11.6.2017, accettava da Antonio Pignataro la promessa di procurargli voti mediante avvalimento della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, promanante dal carisma criminale di quest’ultimo, dalla sua storica appartenenza alla NCO Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, alla sua riconosciuta fama di pluriomicida, al suo attuale ruolo di capo della associazione di stampo camorristico, in cambio della erogazione della utilità, rappresentata dal cambio di destinazione urbanistica di un fondo ubicato nelle vicinanze delle proprietà della diocesi di Nocera Inferiore, sul quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa Caritas, rispetto alla cui edificazione si registrava un diretto interessamento e coinvolgimento dello stesso Pignataro, di Eboli Ciro, di Cesarano Antonio, questi ultimi con lo specifico compito di fungere da tramite fra il summenzionato consigliere comunale ed il capo del sodalizio criminoso, ristretto agli arresti domiciliari in espiazione pena per ragioni di salute, dovendo evidenziare che, in conseguenza delle dirette sollecitazioni di Bianco Carlo, in data 16.5.2017 la Giunta Comunale di Nocera Inferiore adottava l’atto di indirizzo ai funzionari comunali propedeutico alla variante al Puc, coinvolgente il terreno sopra indicato.

In cambio della suddetta utilità il Pignataro ed i sodali garantivano al Bianco un pacchetto di almeno 100 (cento) voti promesso in occasione delle elezioni amministrative, nelle quali il suddetto consigliere comunale uscente Bianco si candidava nuovamente, questa volta nella lista “Moderati per Torquato”, in appoggio al sindaco uscente Manlio Torquato. Veniva, altresì, accertato che lo stesso indagato e sodale Ciro Eboli si candidava nella lista “D’Acunzi sindaco per Nocera” espressione del partito “Forza Italia”, conseguendo complessivi 285 voti.
Nel corso degli accertamenti investigativi veniva anche dimostrato che Luigi Sarno:
– per il tramite di Antonio Pignataro, otteneva da più candidati l’affidamento dei servizi di attacchinaggio di manifesti elettorali per le elezioni amministrative del giugno 2017. Detti candidati appartenenti a diversi partiti politici, anche opposti tra loro.
– formulava minacce nei confronti del candidato Mario Stanzione della lista “Populisti Identitari” che aveva declinato l’offerta di concedere il servizio di attacchinaggio dei manifesti al Sarno;
– nel corso delle recenti elezioni, in accordo con amici e conoscenti, ideava, concepiva e realizzava, un articolato piano di corruzione elettorale consistito nel promettere e consegnare somme di denaro ad un cospicuo numero di elettori in cambio del voto di costoro formulato a favore del candidato Nicola Maisto (indagato per corruzione elettorale), della lista di centro sinistra “Uniti per Torquato”. Detto piano prevedeva che gli elettori corrotti dimostrassero con una fotografia della scheda da loro votata di avere espresso la preferenza a favore del suddetto candidato. La somma corrisposta in cambio del voto era pari a 50 euro.
Il candidato Maisto otteneva complessive 368 preferenze, venendo eletto consigliere comunale. Da ultimo è bene precisare che il delitto di scambio elettorale politico mafioso di cui all’art 416 ter c.p. si consuma al momento della accettazione della reciproca promessa indipendentemente dal conseguimento effettivo della utilità promessa. Nel caso di specie l’indagato Bianco Carlo ebbe ad adempiere alla propria prestazione promuovendo la adozione delibera di Giunta di cui sopra, non ottenendo tuttavia il risultato della sua rielezione al Consiglio Comunale di Nocera Inferiore avendo conseguito solamente 137 voti.
Le indagini documentano il profondo risentimento del Bianco per il “tradimento” subito ad opera dei correi. Egli infatti ricostruisce nei particolari l’accordo criminoso e gli attori dello stesso, accusandoli di averlo successivamente tradito dopo che lui aveva mantenuto la promessa ed adempiuto alla prestazione concordata.



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