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LA SENTENZA
LA SENTENZA
Consiglio di Stato: ‘Musei, direttori devono essere italiani’. Franceschini: “Ora cosa penseranno a Paestum?”
Redazione
02 febbraio 2018 21:29
Eye
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ROMA. In Italia, per ricoprire la carica di direttore di musei è “imprescindibilmente necessaria la cittadinanza italiana”: è quanto chiarito oggi dal Consiglio di Stato, tornando ancora una volta sul caso dei direttori reclutati all’estero con la riforma voluta dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che sul suo profilo Twitter ha commentato così la sentenza: “Davvero difficile fare le riforme in Italia. Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato, quest’ultimo cambia linea e rimette la decisione sui Direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. Cosa penseranno nel mondo? E cosa penseranno quei cittadini che hanno visto il lavoro straordinario dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, di Palazzo Ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum?”. In bilico, dunque, torna anche la nomina del tedesco Gabriel Zuchtriegel (nella foto), attuale direttore del Parco Archeologico di Paestum, elogiato da critica e comunità locale per l'ottimo lavoro che sta svolgendo ed i brillanti risultati ottenuti in termini di presenze, incassi ed iniziative.

I PARTICOLARI DELLA SENTENZA
Alla base della decisione della VI sezione del Consiglio di Stato, che ha rimesso all’Adunanza plenaria la questione sui direttori stranieri dei musei, un “contrasto giurisprudenziale”. L’atto spiega che la precedente sentenza del Consiglio di Stato del 24 luglio 2017 “ha ritenuto che l’attività di direttore del museo statale non potrebbe intendersi riservata a cittadini italiani e che sarebbero di per sé legittimi gli atti che hanno consentito la partecipazione di cittadini italiani dell’Unione e la loro nomina tra i vincitori”.
Ma ora i giudici del collegio della VI sezione ritiene che “si possa dare un’interpretazione diversa”, richiamando il Regolamento emanato con il Dpcm 171 del 1994 “mai successivamente abrogato”, che richiede “imprescindibilmente la cittadinanza italiana per il conferimento di incarichi di livello dirigenziale”, sottolineando come questa norma “sia applicabile nel presente giudizio e non si ponga in contrasto con la normativa Ue”.

LA DELUSIONE DI FRANCESCHINI
“I Direttori di Museo scelti con la selezione internazionale, italiani o stranieri che siano, in soli due anni hanno portato a risultati straordinari, dai 12 milioni di visitatori in più al miglioramento dei servizi e dell’attività scientifica - ha spiegato Franceschini alla stampa – il loro lavoro ha fatto il giro del mondo, suscitando consensi e ammirazione per l’Italia”. “Io rispetto tutte le sentenze della Magistratura, e sono fiducioso della decisione finale – ha aggiunto il Ministro - ma non posso che chiedermi: cosa penseranno nel mondo di un Paese in cui una riforma che ha funzionato viene rimessa continuamente in discussione? E cosa penseranno di noi quelle nazioni che da anni hanno direttori italiani a dirigere i loro musei più prestigiosi? E cosa penseranno quei cittadini che hanno visto il lavoro straordinario dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, di Palazzo Ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum?”.



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