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CULTURA E TERRITORIO
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‘Il dialetto romanzo di Teggiano’: incontro con l’autore Andriuolo
Redazione
07 febbraio 2018 15:40
Eye
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BUCCINO. Nello splendido scenario della Sala Fiamminghi del Museo di Buccino Antica Volcei “Marcello Gigante”, si è svolto domenica 4 febbraio, un evento di grande rilievo culturale, un incontro con l’autore del libro “Il dialetto romanzo di Teggiano”. L’opera di Vincenzo Andriuolo, già presentato nel 2016, nel dicembre scorso nel corso di un'intervista televisiva a Teggiano, luogo d’origine dell’autore, è stata captata dallo sguardo attento di Volcei Press, gruppo di giornalisti e cronisti del territorio, che ne ha subito letto le potenzialità per un gemellaggio culturale con Buccino. Infatti la chiacchierata con l’autore, moderata dalla giornalista Titty Ficuciello, ha avuto il patrocinio del MIBACT, del Comune di Buccino e della Proloco di Buccino, richiamando numerosi spettatori sensibili ai contenuti dell'incontro. Gli organizzatori hanno fatto coincidere l’evento con la prima domenica del mese, consentendo così anche l’ingresso gratuito al Museo che già nel 2017 è stato particolarmente premiato con un incremento di presenze del +129% di presenze rispetto al 2016( ANSA del 7/01/2018), tra i siti riscoperti e premiati dalle visite. Vincenzo Andriuolo, teggianese, classe 1956 è Direttore di S.C. presso l’Azienda Ospedaliera “ S. Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona”; esperto di management sanitario con un master alla Bocconi insegna anche economia applicata  nei corsi di Laurea per le professioni sanitarie. Un lavoro tecnico e di tipo economico aziendale con la passione per la cultura classica e per le tradizioni antiche e popolari. La  passione e la curiosità  lo hanno condotto alla redazione di questo lavoro sul dialetto romanzo di Teggiano la cui tesi principale si basa sul fatto che il dialetto teggianese o dianese, pur essendo una derivazione dalla lingua latina, quella ufficiale, con diverse derivazioni diatopiche e contaminazioni assurge infine a lingua romanza a se stante con fonemi, lessico, morfologia e sintassi. Andriuolo, che nelle sue ipotesi iniziali era ispirato verso altro. Durante la preparazione di quest’opera, durata ben cinque anni, si è reso conto delle potenzialità di poter scrivere una grammatica del dialetto e così infine è stato, utile come manuale di studio per le scuole che hanno a cuore la valorizzazione delle nostre tradizioni, ivi compreso l’idioma di appartenenza. Ed è per questo motivo che l’autore ha donato un volume all’Istituto comprensivo di Buccino/Palomonte consegnandolo nelle mani del dirigente Rosangela Lardo. Hanno partecipato con grande entusiasmo e interesse il sindaco Nicola Parisi il quale, data la riuscita e l’interesse suscitato, ha annunciato la possibile realizzazione di un Caffè Letterario presso il Museo, l’assessore alla cultura Katia Trimarco, il presidente della ProLoco e della sez. regionale dell’UNPLI Marcello Nardiello, il patron del Gruppo Folklorico Gregoriano Francesco Tortoriello accompagnato dai ragazzi del Gruppo Folk. E’ intervenuto il giornalista Geppino D’Amico e, a sorpresa, il Preside dell’Università Popolare Nuova Scuola Medica Salernitana, dott. Carlo Montinaro. Come ha sottolineato l’autore del libro -  la cura e lo studio delle nostre tradizioni, a partire dalla lingua parlata nei luoghi d’origine, è un vero patrimonio che si può tramandare alle nuove generazioni le quali devono sapere da dove provengono per avere visione del futuro. “Mia madre – continua l’autore – mi ha veramente ispirato; lei donna di Teggiano che non ha studiato ne' viaggiato, parlava un dialetto privo di contaminazioni quindi purezza assoluta”. Oggi però i giovani sembrano avvicinarsi molto ai linguaggi dialettali, invogliati anche da molte fiction  di successo in lingua originale. Il dialetto è più vivo che mai e l’interesse del pubblico presente all’incontro con l’autore lo ha dimostrato poiché sono state molte  le richieste di ripetere questa giornata. Passiamo ai giovani questo testimone, loro che parlano oggi anche lingue straniere diverse, perché chi riesce a passare con disinvoltura dal dialetto di famiglia alla visione in lingua di un film straniero vuol dire che è molto avanti. L’albero per crescere ha bisogno di forti radici.

Quintino Di Vona



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