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SPACCIO DI DROGA
SPACCIO DI DROGA
Capaccio, abbreviato per Umberto e Giancarlo Rossi: incastrati da un pentito
Redazione
08 marzo 2018 09:04
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Nell’udienza preliminare tenutasi ieri, nell’aula bunker del carcere di Fuorni, il gup Pietro Indinnimeo del Tribunale di Salerno, di concerto con il pm Marco Colamonaci nell’accorpare due dei processi a loro carico per traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione, ha concesso il giudizio abbreviato condizionato ad Umberto e Giancarlo Rossi  (nella foto), padre e figlio, reggenti dell’omonimo clan con base a Capaccio Paestum dedito allo spaccio di droga nella città dei Templi e nel comprensorio cilentano.
La richiesta dei legali difensori è subordinata all’audizione del pentito che li ha accusati: stessa richiesta accolta anche per altri due pusher, Antonio Buonora e Marco Grimaldi. Presenti in aula, in rappresentanza dei propri assistiti, gli avvocati Pierluigi Spadafora e Nicola Naponiello per la famiglia Rossi, Giuseppe Russo, Leopoldo Catena e Antonio Boffa per gli altri imputati.
Due i blitz messi a segno dai carabinieri della Compagnia di Agropoli, coordinati dal cap. Francesco Manna, che hanno dato luogo all’unificazione dei due processi penali a carico di Giancarlo e Umberto Rossi, quest’ultimo noto come “Umberto u’ napulitano” ed ex affiliato alla Nco di Raffaele Cutolo, che avevano messo in piedi una fitta rete di spacciatori che aveva imposto il monopolio in città, e nel Cilento, in merito allo smercio di cocaina, hashish e marijuana, acquistate nell’hinterland partenopeo.



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