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BLITZ DEI CARABINIERI
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Capaccio, appalti al cimitero: arrestato Ragni, obbligo di dimora per Sabelli
Comunicato Stampa
20 marzo 2018 10:48
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CAPACCIO PAESTUM. Nelle prime ore della mattinata odierna, i Nuclei Investigativi dei Carabinieri di Salerno e di Caserta hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno. In particolare è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari Nicola Ragni, già vicesindaco del Comune di Capaccio Paestum fino al mese di giugno 2017, ed attuale consigliere di opposizione, per il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p.). Con la medesima ordinanza il Gip ha, inoltre, applicato la misura dell'obbligo di dimora nel Comune di residenza a Rodolfo Sabelli, dirigente del Comune di Capaccio Paestum, responsabile del III Settore, in quanto gravemente indiziato del delitto di abuso di ufficio (art. 323 c.p.).

Le indagini, aventi ad oggetto i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Capaccio Capoluogo, ebbero inizio negli ultimi mesi dell'anno 2014 a seguito di una interrogazione consiliare e sono proseguite nel corso dei successivi due anni con attività di acquisizione di documenti pubblici, intercettazioni telefoniche e tra presenti, accertamenti tecnici, dichiarazioni rese dall'imprenditore incaricato di eseguire i lavori, rispetto alle quali sono stati acquisiti importanti e decisivi riscontri. 
Sin dai primi accertamenti svolti, era emerso che l'intervento di ampliamento del cimitero di Capaccio Capoluogo era stato affidato in concessione all'Associazione Temporanea di Impresa composta da Ktesis srl (ex Giacomo Caterino Building Contractor srl), Navab Cosruzioni srl e Tekno Eco sas di Gaetano Pisciotta & C., in data 20.5.2008; dopo che vi era stata, in data 15.5.2014, la costituzione della 'Società di Progetto Le Ceneri Paestum', con capitale sociale di euro 24.000 (così suddiviso 49,02 Nabav Costruzioni, 49,02 Ktesis srl e 1,96 Tekno Eco sas), l'intervento fu trasferito alla suddetta società. 
Le indagini consentivano di verificare che amministratore della 'Progetto Le Ceneri Paestum' era Rossella Marino, coniuge di Giacomo Caterino, quest'ultimo titolare della maggioranza delle quote della partecipante Ktesis srl, a sua volta amministrata dal padre Caterino Giacomo. L'amministratore dell'altra partecipante Nabav Costruzioni era Arturo Noviello, zio di Paolo Caterino.

LE INTERCETTAZIONI: NEI GUAI EX CONSIGLIERI CIUCCIO E MARANDINO

La Nabav Costruzioni srl era stata attinta da interdittiva antimafia, con decreto del Prefetto di Caserta del 19.7.2013, mentre l'altra partecipante all’ATI, la Ktesis srl, aveva subito il sequestro delle quote, disposto dal Gip presso il Tribuna di Napoli, su richiesta della D.D.A. di Napoli, in relazione al delitto di cui agli articoli 353 c.p. - 7 L 203/91 (turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso), formalmente contestato con applicazione della misura della custodia in carcere nei confronti del socio Giacomo Caterino (successivamente condannato per tali reati con sentenza della Corte di Appello di Napoli depositata il 10.7.2014).
Giacomo Caterino è figlio dell'imprenditore Paolo Caterino, cugino del noto boss Antonio Iovine, detto 'o Ninno, condannato più volte con sentenza irrevocabile per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. in relazione all’appartenente al clan dei 'Casalesi', divenuto successivamente collaboratore di giustizia.
Pur in presenza di tali provvedimenti, il responsabile dell'ufficio tecnico, Rodolfo Sabelli, ometteva di acquisire la richiesta documentazione antimafia ed, anzi, adottando una determinazione nel maggio 2014, agevolava il passaggio societario dalla originaria A.T.I. al cui interno erano presenti, con quote predominanti, le società attinte rispettivamente da interdittiva antimafia e da sequestro delle quote da parte della DDA di Salerno, alla società formalmente amministrata dal coniuge di Giacomo Caterino.
Le intercettazioni eseguite consentivano di accertare l'esistenza di relazioni confidenziali fra il funzionario pubblico e gli esponenti della società incaricata delle opere, in tal modo confermando la natura dolosa delle macroscopiche violazioni di legge presenti all'interno dei provvedimenti adottati.
Proprio su tali macroscopiche violazioni si fondava l'illecita iniziativa assunta presso lo stabilimento balneare 'Lido Mediterraneo' sito in località Laura di Paestum, nell'inverno 2014, dall’allora capogruppo di maggioranza Roberto Ciuccio che, nell'occasione, interloquendo anche a nome di Nicola Ragni, all'epoca vicesindaco del Comune di Capaccio Paestum, e di Leopoldo Marandino, a quel tempo consigliere comunale, intimava all’imprenditore Giacomo Caterino, che successivamente ricostruiva l'episodio, di versare, a titolo di tangente, la somme di euro 2.500 per ogni cappella del cimitero in corso di realizzazione, minacciando di creare ostruzionismo nel caso di mancato accoglimento della richiesta in modo da non consentire la realizzazione dei lavori.
Nei confronti di Roberto Ciuccio il Gip, pur ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per il delitto di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, ha ritenuto non sussistenti le esigenze cautelari per difetto del requisito del pericolo della reiterazione, essendo nel frattempo fuoriuscito dal consesso del Consiglio comunale. Nove sono complessivamente gli indagati, per i quali è stato emesso l'avviso di conclusione delle indagini preliminari in corso di notificazione.
Decisivi sono stati il coordinamento fra la Procura della Repubblica di Salerno e di Napoli e la sinergia investigativa fra i Carabinieri di Caserta e Salerno.



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