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CONSEGNATE PERIZIE E RELAZIONI
CONSEGNATE PERIZIE E RELAZIONI
Capaccio, scandalo piscina finisce in Procura. Ati Afrodite: "Denunciato tutto"
Alfonso Stile
11 aprile 2018 15:18
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Inchiesta giornalistica di StileTV sullo scandalo dei lavori della piscina comunale Poseidone di Capaccio Paestum. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente nota inviata, alla nostra redazione, dall’ATI Afrodite, associazione temporanea d’impresa che ha gestito il complesso natatorio fino alla chiusura dello stesso.
“Gentile direttore Stile, chiediamo pubblicazione integrale dei chiarimenti e precisazioni allegati, nonché della foto in allegato della documentazione inviata al Comune, comprensiva di perizie e relazioni per un totale di migliaia di pagine, con disponibilità di fornire alla Sua redazione copia integrale degli stessi”.

“Alcune lavorazioni costituenti il complesso natatorio realizzato non risultano eseguite nel rispetto della regola dell’arte” è locuzione utilizzata dai tecnici del Comune di Capaccio Paestum nel verbale di riconsegna e non riguarda in nessun modo la gestione dell’impianto. Con riferimento alla gestione, ad ulteriore specificazione di quanto riferito nell’articolo pubblicato, “i tecnici comunali hanno invece attestato la regolare funzionalità dei vari impianti e della manutenzione ordinaria precisando che lo stato d’uso è quello ordinario in riferimento all’utilizzo di destinazione dell’immobile”.
Pertanto, ATI Afrodite, soggetto gestore della Piscina Comunale di Capaccio Paestum fino all’impugnata revoca, non ha nulla a che fare con dette lavorazioni, che si riferiscono esclusivamente alla fase di realizzazione dell’immobile e rigetta ogni pretestuosa e indimostrata diceria circa le carenze nella gestione. Inoltre, ATI Afrodite, prenderà parte quale soggetto leso alla vertenza che l’Ente di certo avvierà nei confronti dei responsabili.
Infatti, fin dalla fase di avvio dell’impianto ATI Afrodite ha contestato malfunzionamenti e numerose criticità, comunicate alla ditta costruttrice, titolare anche della manutenzione per il primo anno, e all’Ente proprietario, nonché alle Amministrazioni che si sono succedute. In particolare, come accadeva anche in precedenza, dal luglio 2017 molte delle numerose comunicazione di contestazioni e richieste sono state indirizzate anche al Sindaco Palumbo, assessori competenti e funzionari. Ben sette sono le comunicazioni PEC solo nel breve periodo da luglio a dicembre, senza contare inviti istituzionali e richieste di patrocinio, peraltro mai riscontrati o concessi. In questi mesi hanno effettuato sopralluoghi presso la struttura solo il consigliere Merola e gli assessori Sica e Troncone, che riferiva aver segnalato all’Amministrazione le problematiche presenti con apposita nota.
Tuttavia, nel tempo, le decine di segnalazioni e contestazioni hanno ottenuto presunte iniziative amministrative riferite alla stampa, ma di cui la scrivente non ha specifica contezza poiché l’Ente non ne ha mai fornito alcuna copia nonostante le richieste, nonché risposte di addebito di responsabilità dall’allora responsabile del settore, nonostante numerose perizie, rispettivamente richieste e presentate per poi essere ignorate. Di contro, si sono incredibilmente ricevute relazioni (contestate prontamente) sul preteso corretto calcolo di impianti e strutture a firma degli stessi tecnici progettisti incaricati dalla ditta costruttrice; reiterate richieste di controlli fiscali e all’ispettorato del lavoro, puntualmente superati senza contestazioni sostanziali; richieste di controlli sanitari sempre superati appieno; fantasiose verifiche sulla presunta mancanza di cartellini di riconoscimento, presenza di calcare ai soffioni delle docce (non presenti poiché l’impianto è dotato di docce antivandalo) ovvero la presenza di condensa, che ATI Afrodite denunciava ufficialmente sin dal novembre 2016 con rilevazioni e grafici e continuando a richiedere perizie congiunte. Tutto ciò per tacere delle contestazioni dai risvolti penali dolosamente effettuate a carico di amministratori e consulenti, delle quali si sta già occupando la competente Procura della Repubblica.
Questo avveniva mentre ATI Afrodite gestiva con forte aggravio un impianto diverso da quello posto a base di gara: basti pensare agli interventi di fortuna per arginare le infiltrazioni dal tetto con pannelli o alla mancanza dell’alimentazione a metano e alla circostanza che è stata la stessa ATI ad accollarsi i costi di allaccio dei pannelli solari e fotovoltaici (maggio 2017) posizionati sulla struttura ma mai allacciati, nonostante risultassero collaudati, così come molti altri impianti presenti. Di tutto quanto sopra, naturalmente, esistono atti e perizie, verbali e atti di soggetti terzi che, unitamente ad ogni atto prodotto nel corso della gestione, sono già al vaglio della magistratura. In ogni caso, tra qualche mese si celebrerà la prima udienza del procedimento amministrativo dinanzi al TAR Campania, cui il Consiglio di Stato ha rinviato nel merito la complessa questione, dopo che in sede cautelare si è semplicemente ritenuto prevalente l’interesse pubblico dell’Ente, che ha sempre dichiarato ai magistrati (e non solo) di poter garantire la continuità. Si tratta di capitoli giudiziari tutti da scrivere, come quelli civili relativi agli accertamenti tecnici e al risarcimento del danno o penali relativi alle responsabilità connesse, mentre adesso si ha solo la certezza che l’avventura sportiva per centinaia di ragazzi di Capaccio è definitivamente terminata, ovvero potrebbe continuare a Giungano(!), e che le segnalazioni effettuate dal gestore erano fondate.
Purtroppo, e solo grazie alla correttezza e alla disinteressata difesa dell’interesse pubblico dell’Ente di alcuni tecnici che hanno ricevuto la responsabilità della procedura, si è oggi addirittura scoperto che gli utenti, come i gestori e i ventisei lavoratori (tra cui i tanti tecnici federali in forza alla struttura), sarebbero stati esposti anche a seri rischi per la loro incolumità. ATI Afrodite si riserva sin d’ora ogni ulteriore azione per tutelare sé ed ognuna di queste persone, dichiarandosi ancora disponibile a collaborare con i tecnici incaricati come in queste ultime settimane, caratterizzate da ripetuti sopralluoghi congiunti e intese sulle perizie da effettuarsi, e a fornire tutta la documentazione in proprio possesso tanto all’Ente (dove dovrebbe essere già presente!) quanto agli organi di stampa, per mettere finalmente fine alla sequela di scelleratezze e scriteriatezze che hanno colpito la piscina comunale di Capaccio Paestum e la gestione sin dalla sua apertura, forse per calcolo politico piuttosto che per mera insipienza, ma non sta a noi accertarlo.
Nonostante tutto questo, che ha già dell’incredibile di per sé, l’impegno di ATI Afrodite e di tanti giovani capaccesi ha portato la Federazione Italiana Nuoto a riconoscimenti record e a far diventare Piscina Poseidone esempio di impianto campano correttamente gestito. Per questo risultato ringraziamo tutti quanti ci hanno creduto: lavoratori, tecnici e frequentatori, e con questo risultato salutiamo tutti gli appassionati e gli sportivi di Capaccio Paestum”.



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