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COMUNE DISPONE PERIZIA TECNICA
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Capaccio, scandalo piscina: Sabelli e l'ossessione del bilancio analitico
Alfonso Stile
25 aprile 2018 11:49
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Scandalo piscina Poseidone di Capaccio Paestum. Dopo le gravissime criticità strutturali verbalizzate dai tecnici comunali, e la pubblica conferma del sindaco Palumbo sulla pericolosità dell’impianto, il responsabile facente funzioni dell’Area III, l’ing. Gianvito Bello, ha disposto con apposita determina una perizia tecnica sullo stato degli impianti elettrici e meccanici del complesso natatorio. L’incarico, per complessivi 4.440 euro, è stato affidato all’ing. Salvatore Venturiello di Rutino, che dovrà consegnare la perizia giurata entro 15 giorni dalla nomina. L’Amministrazione comunale, dunque, vuol vederci chiaro sulla vicenda, costata la chiusura a tempo indeterminato dell’impianto, dichiarato “non sicuro”, costringendo decine di iscritti a recarsi presso altre strutture.
Intanto, vista la disponibilità della concessionaria ATI Afrodite a divulgare tutti gli atti intercorsi con l’ente civico, già trasmessi alla Procura della Repubblica di Salerno, la redazione di StileTV ne ha acquisito intera copia su supporto digitale, al fine approfondire con ulteriori documenti alla mano la controversa vicenda nel prosieguo dell’inchiesta giornalistica, condotta dalla nostra emittente, che di fatto ha svelato lo scandalo sui lavori alla piscina Poseidone, che, con i suoi 3 milioni di euro, si colloca tra le opere a fruizione pubblica più costose mai realizzate a Capaccio Paestum.

SABELLI E L’OSSESSIONE DEL BILANCIO ANALITICO
Dal corposo materiale acquisito, risulta facilmente evidente un aspetto: l’enorme quantità di contestazioni che il Rup, l’arch. Rodolfo Sabelli, muove continuamente nei confronti dei gestori, culminate con la revoca della concessione. Richieste che, se da un lato appaiono legittime da parte del funzionario pubblico, dall’altro assumono toni quasi saccenti, esasperanti, tanto da costringere la controparte, come vedremo, a presentare spontaneamente documenti non previsti, finanche a rivolgersi direttamente a sindaco, assessori ed altri uffici per ottenere, a volte, anche una semplice risposta.
Tra i rilievi più ‘ossessivi’, spicca il rendiconto di gestione che, in base al vigente Regolamento comunale, “il concessionario è tenuto a trasmettere al servizio competente con cadenza annuale” (art. 19.5).
ATI Afrodite lo invia subito, tramite PEC, il 15 luglio 2017: di tutta risposta, però, riceve una nuova richiesta di Sabelli; il 31 luglio, la concessionaria invia nuovamente il rendiconto e una serie di chiarimenti, inoltrandoli per conoscenza anche al Sindaco, agli assessori Troncone, Sica ed a tutti gli uffici comunali competenti. Nonostante ciò, il successivo 23 agosto, il Rup tira invece fuori un’altra richiesta, ovvero: vuole anche il bilancio analitico.
A quel punto, ATI Afrodite chiarisce che tale documento non è richiesto dal Capitolato e, per tutelarsi, il 7 settembre 2017 inoltra una nuova PEC direttamente al sindaco Palumbo, agli assessori Troncone e Sica, e agli uffici preposti, contenente: il rendiconto annuale e il rendiconto dell’ATI Afrodite, completo dei verbali di approvazione e delle note esplicative, e del bilancio completo della mandataria Kerres, come regolarmente approvato e depositato alla Camera di Commercio (anche verbali e atti di deposito sono allegati). In pratica l’ATI, esasperata, consegna al Comune tutti gli atti contabili richiesti dalle vigenti leggi italiane, anche se non espressamente previsto e richiesto!
Ma, per Sabelli, ancora non basta, e nel successivo incontro del 21 settembre 2017, convocato dallo stesso Rup al Comune, ATI Afrodite porta in visione addirittura gli originali di tutti i documenti contabili, come ‘ammette’ lo stesso RUP nel verbale redatto.
Sembra finalmente tutto risolto, invece l’ossessione continua… tra le motivazioni della revoca del 28 novembre 2017 a firma di Sabelli, infatti, si legge che “permane la mancata presentazione del bilancio analitico”, del quale però nel contratto sottoscritto e nel Regolamento non c’è traccia, se non del rendiconto annuale, come detto più volte inviato.
Dunque, nessuno riesce a capire a cosa mai dovesse servire, e perché era così necessario per Sabelli, tale fantomatico ‘bilancio analitico’, visto che l’ATI Afrodite ha trasmesso, praticamente, tutto quello che la legge prevede in materia di appalti pubblici, portando addirittura gli originali dei documenti contabili in visione. Sollecitata al riguardo da StileTV, l’ATI Afrodite, attraverso i propri legali, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, facendo sapere “di affidarsi alle attività della magistratura attualmente in corso”.

 



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