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L'INCHIESTA
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Capaccio, scandalo piscina. Giovani Kerres al sindaco: “La nostra dignità non è in vendita”
Comunicato Stampa
29 maggio 2018 21:29
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Scandalo piscina Poseidone di Capaccio Paestum. In merito all’inchiesta che la nostra emittente sta curando sul complesso natatorio, riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente replica inviata, dai 18 giovani soci della società Kerres (nella foto), al sindaco Franco Palumbo:

Signor Sindaco, sappiamo che non dovremmo iniziare con una domanda, ma questa sentiamo di cuore di dovergliela fare: va bene la politica, ma con quale coraggio dice certe cose?
La vicenda della piscina è tutt’altro che chiara, anche a chi è direttamente coinvolto! Tant’è vero che non è per nulla un capitolo chiuso: il Comune stesso sta facendo fare delle perizie. Inoltre, il tribunale amministrativo e il Consiglio di Stato hanno detto che le motivazioni del Comune possono essere causa di revoca se vere, ma non hanno verificato che fossero fondate, rimandando al processo vero e proprio (“impregiudicati i dovuti approfondimenti di merito”): non esiste nessuna sentenza e addirittura la prima udienza di primo grado ci sarà solo tra qualche mese. In attesa, hanno consentito al Comune di andare avanti con la revoca in quanto proprietario. Chi ha sbagliato pagherà. Noi aspettiamo quel giudizio.
Se la chiusura non è stato un capriccio dell’amministrazione comunale, è pure vero che l’amministrazione comunale, quale che fosse, prima o dopo, non si è mai mossa a verificare tutto quello che abbiamo denunciato con decine di PEC, sempre indirizzate anche al “Signor Sindaco di Capaccio Paestum”, all’assessore allo sport e a tanti altri, oltre che all’ufficio competente. Addirittura, lei non è ha MAI messo piede neanche nel parcheggio, nonostante gli inviti. Capriccio forse no, ma “disinteresse” forse sì e “sensibilità verso i giovani” no di certo.
Oggi ci si nasconde dietro la parola “sicurezza”, noi ci lavoravamo là dentro! Una diatriba durata mesi avrebbe obbligato chi di dovere ad un approfondimento, anche e soprattutto nell’interesse dei frequentatori, dei cittadini e del Comune stesso. Sicurezza prima di tutto anche per noi, ma non si dovevano creare orgogliose barricate fatte di carte, collaudi e sapienza onnipotente.
D’altronde, un suo proclama dava assoluta fiducia al RUP Arch. Sabelli. Un altro suo proclama annunciava la riapertura dell’impianto il giorno dopo la chiusura. Un proclama, come tanti, che utilizza le giuste parole chiave, leve “pubblicitarie” per attirare l’attenzione e il compiacimento dei malinformati e fare altra disinformazione. Siamo all’ennesimo proclama! In fondo, non tutti abbiamo gli strumenti o il tempo di leggere complicate carte in “avvocatese”, ma non è giusto che si offrano sintesi con così fantasiose interpretazioni.
Abbiamo iniziato con una domanda e così chiudiamo. Secondo lei, Signor Sindaco, siamo così creduloni da aspettarci che prima o poi la piscina riapra e che, con la gestione del Comune, la “scelta” ricada sulle nostre professionalità? Sappia che la promessa del ricollocamento alla riapertura suona come un’offesa. In fondo, il Comune stesso ha pure messo in dubbio le nostre professionalità, cosa che forse non ricorda, ma la tranquillizziamo che alcune di esse sono molto apprezzate presso la piscina di Giungano, dove si sono trasferiti anche i capaccesi che hanno accettato il suo invito.
Per chiarezza, non ci riteniamo migliori degli altri giovani del territorio, abbiamo scelto di parlare per far conoscere per intero la nostra vicenda e abbiamo scelto di parlare ancora solo per sottolineare che la nostra dignità non è in vendita. Concludiamo promettendo a chi legge di non lasciarci coinvolgere in nessuno stucchevole botta e risposta poiché “capita di dover tacere per essere ascoltati”.



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