PALOMONTE. Un paese conserva la propria identità preservando ciò che ha di più caro: il patrimonio materiale (i beni storico-artistici, i monumenti, le opere d’arte, il paesaggio) e quello immateriale (le tradizioni, il dialetto, i sapori). È questo lo spirito alla base del progetto “PIC – Patrimonio in Comune”, una capillare campagna di ricognizione fotografica e video dei tesori dei paesi italiani a rischio sismico, quelli più esposti al pericolo di perdere a causa di una calamità l’immenso patrimonio d’arte e saperi costituitosi nel tempo, che parte ufficialmente da Palomonte, in provincia di Salerno.

Il progetto, inserito dal MiBACT nel calendario nazionale dell’Anno europeo del Patrimonio culturale e voluto fortemente dall’Amministrazione comunale di Palomonte, si compone di una prima parte di ricognizione del patrimonio durante la quale un team di fotografi, videomaker e esperti di comunicazione, sollecitati dalla comunità che ha individuato attraverso un sondaggio i luoghi da consegnare alle future generazioni, ha prodotto una serie di immagini diagnostiche (HD, Macro, Virtual tour, UV) di ciò che il sisma del 1980 e la ricostruzione hanno risparmiato. Le indagini fotografiche e video hanno interessato i luoghi simbolo del paese, i monumenti del Centro storico di origine medievale, il santuario bizantino di Santa Maria di Sperlonga, le polarità delle frazioni che compongono il mosaico della comunità palomontese, il suggestivo paesaggio antropizzato e non. Parallelamente, i custodi della memoria e i cittadini di domani hanno raccontato il proprio paese, gli elementi immateriali del patrimonio e il proprio rapporto coi luoghi in più di venti interviste, racconti di vita, riflessioni, testimonianze di una comunità intergenerazionale che s’interroga sulla propria identità.

Le immagini, che saranno messe a disposizione di esperti e studiosi per ulteriori approfondimenti e caricate online con licenza Creative Commons per permettere una promozione del territorio innovativa nei linguaggi e nelle proposte, verranno consegnate alla cittadinanza sabato 16 giugno durante una salita al Monte Tre Croci, il punto più alto del paese della Valle del Sele, meta fino agli anni ’50 di un pellegrinaggio. Dalla cima, dopo un percorso di trekking che partirà alle 8.30 da località Arigliulo, si osserverà il paese a 360 gradi, concentrando lo sguardo sulle ferite ancora presenti e sulla bellezza del paesaggio. Qui verrà custodita la “capsula del tempo”, una scatola digitale che conterrà tutto il materiale raccolto nei giorni di ricerca dal team di PIC: fotografie diagnostiche, ricostruzioni digitali, interviste, documenti d’archivio. Al termine dell’evento mattutino intitolato COMPANATICO si assaggerà, come un tempo, il pane dei forni del paese.

Domenica 17 giugno alle 20.30, nei giardini dell’ex convento francescano attuale sede della casa Comunale, sarà presentato alla cittadinanza “AMMÌ. Arte, Memoria, Materia, Identità”, il documentario che restituirà le parole e le immagini raccolte dal team di PIC. Il titolo riprende una parola tipica del dialetto locale che indica l’io, il singolo, punto di partenza della costruzione del “noi”, il senso di comunità ritrovato che solo la consapevolezza del valore del proprio patrimonio può generare.