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Eboli, monumento Vincenzo Giudice: critiche al Comune su modifiche
Comunicato Stampa
20 settembre 2018 08:54
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EBOLI. Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa inviata alla nostra redazione e firmata dal presidente dell’Associazione Italiana Architettura e Critica, Luigi Prestinenza Puglisi, che attacca il Comune di Eboli, retto dal sindaco Massimo Cariello, sulle modifiche apportate al monumento dedicato a Vincenzo Giudice: “Ad Eboli una lunga storia travagliata accompagna la memoria del MM della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice, eroe della II guerra mondiale noto per essere stato trucidato a Bergiola Foscalina, durante una rappresaglia, nel vano tentativo di salvare la vita agli ostaggi condannati alla fucilazione dai nazifascisti. Già due monumenti sono stati demoliti dalle diverse amministrazioni che si sono succedute dagli anni ottanta. Nel 2014 l’ultimo monumento a cura dello studio Bruno Architettura (architetti Luca Bruno e Romina Maioli), sembrava trovare un delicato quanto toccante equilibrio tra gli elementi commemorativi ripresi dai precedenti monumenti (un bassorilievo ed un busto in bronzo) e la definizione della spazio architettonico urbano. Un racconto, un percorso tridimensionale che narrava ai visitatori un triste evento: la morte di Vincenzo Giudice. Il visitatore aveva avanti a se’ il busto dell’eroe poggiato su un monolite nero che simboleggiava la tomba che Eboli non ha mai avuto. Una “pioggia” d’acqua, invitava alla riflessione, i fari a terra disposti a forma di cerchio ricordavano la sagoma della vecchia fontana in ghisa lì presente fino agli anni ‘80, come il velo di asfalto, citazione della vecchia pavimentazione della piazza, il bassorilievo il momento commemorativo “narrativo”, in cui Giudice si tolse la giubba per donare il proprio corpo in sacrificio, ed infine l’epitaffio inciso a traforo su una lastra di acciaio corten ossidato a trasmettere la sensazione dello scorrere del tempo. Fruibile da tutti non era solo un monumento da vedere, ma da vivere, da percorrerlo e diventarne parte attiva. Il giorno 16 settembre di quest’anno, in occasione della celebrazione dei 74 anni dalla morte del MM della G. di F. Vincenzo Giudice, il monumento è apparso in un’altra inedita veste. La nuova amministrazione ha ritenuto opportuno apportare delle “migliorie di restyling” recintando a mo’ di aiuola, con opere di discutibile accortezza costruttiva, l’area del monolite/tomba, impedendo qualunque relazione con i visitatori. Sul granito nero assoluto dello Zimbabwe è stata appiccicata una didascalia in plastica bianca, l’illuminazione, che contribuiva a creare drammatici chiaroscuri e ad evidenziare volumi e tridimensionalità, eliminata per sempre, dettagli costruttivi e geometrie, vengono violentati e cancellati per sempre, l’EROE VIENE VILIPESO. Con poche mosse, è stato cancellato il valore semantico del complesso monumento, il filo logico che metteva in comunicazione ogni singolo elemento e contribuiva al funzionamento della macchina/monumento; Il monumento a Giudice non funziona più, non è più percorribile, è morto. Si è smarrita la composizione, i pesi degli elementi che lo costituiscono sono sbilanciati, sproporzionati e sgradevoli, la “composizione” è stonata; esso, ormai scempio, non ha più senso di esistere, offende inoltre i cittadini e, soprattutto l’eroe. Una manomissione che trasforma la Memoria in NIENTE, che lancia un messaggio ANTICULTURALE alle generazioni future: è stato distrutto il senso di un’opera architettonica, mortificando i progettisti, debellando un’opera d’ingegno e svilendone brutalmente il significato. Quel che è accaduto, è un messaggio che penalizza la cultura”.



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