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17 DICEMBRE
17 DICEMBRE
Salerno, ‘Natale in Giallo’: Angela Di Maso presenta il suo libro
Comunicato Stampa
15 dicembre 2018 08:57
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SALERNO. “Teatro” è il titolo del libro di Angela Di Maso, che sarà presentato lunedì 17 dicembre, alle 19, alla Fondazione Menna di via Lungomare Trieste, 13, a Salerno, e che chiuderà la rassegna “Natale in Giallo” per il SalerNoir Festival le notti di Barliario OFF, organizzata dall’Associazione Porto delle Nebbie, Associazione Amici Fondazione Menna e Fondazione Menna.
Le dieci opere “al nero”, pubblicate da Guida Editore, con la prefazione di Pupi Avati e l’introduzione di Enzo Moscato, saranno presentate da Alfonso Amendola e Vincenzo Del Gaudio, con le letture diCinzia Ugatti, dopo brevi introduzioni di Claudio Tringali e Piera Carlomagno.
La manifestazione gode del patrocinio del Comune di Salerno.
"Per Angela Di Maso fare teatro significa smuovere le coscienze altrui. Questa la sua convinzione, mostrare all’altro chi davvero sia al di là dei tanti infingimenti. Ma per farlo, per portare a compimento questo filantropico proponimento, Angela indaga e smaschera la parte più segreta, più indicibile del sé fino a portarlo alla sua piena consapevolezza, adoperando una voluta e ricercata crudezza linguistica” scrive Pupi Avati.
Le inconfessabili confessioni di una monaca di clausura, la sterilità di una coppia che decide di ovviare al problema comprando un bambino su un catalogo, l'incontro tra un uomo e una donna in una chat erotica, l'incesto tra fratelli figli di malavitosi: tutto questo, e altro, è "Teatro" (Guida Editori), il libro di Angela Di Maso, con la prefazione di Pupi Avati e l'introduzione di Enzo Moscato, che raccoglie dieci testi scritti dall'autrice dal 2004 al 2015 premiati in concorsi nazionali di drammaturgia. Tra questi anche "L'alluce", unico testo tradotto in lingua napoletana, quella della città in cui vive Angela Di Maso, giornalista, drammaturga, musicista e docente di storia del teatro all'Università Federico II. Testi e argomenti choc, di "una poetica cruda e crudele - scrive Pupi Avati - ma crudeltà non nel senso di sadismo, ma intesa come pura catarsi: quello che si vuole indagare profondamente è l'animo umano. Scuoterlo". "Ricorrendo - aggiunge il regista - a tutto ciò che possa disturbare la sensibilità dello spettatore, provocando in lui una sensazione acuta di disagio interiore".



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