BATTIPAGLIA. “La Treofan non si chiude”. E’ il coro che sul palco di piazza Amendola i lavoratori dello stabilimento di Battipaglia innalzano per farsi sempre più forza, per far arrivare a chi di dovere il messaggio. La vertenza degli operatori battipagliesi della multinazionale, in presidio permanente dal 21 dicembre dinanzi i cancelli dell’azienda in Viale delle Industrie, vive un altro passaggio, con la mobilitazione unitaria anche per l'arrivo dall'Umbria dei dipendenti dell'impianto di Terni della Treofan e che ha portato, stamane, in centinaia a fornire il sostegno a  chi rischia di perdere il lavoro, in giorni ancora caldi, forse decisivi per il futuro perché giovedì prossimo, 24 gennaio, si ritorna al Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, per un nuovo vertice dove, si spera, arriverà anche il tanto atteso piano industriale della Jindal Group, che ha acquisito (“con tante ombre nell’operazione” urlano dal palco) ad ottobre lo stabilimento, poi letteralmente svuotato delle sue materie prime e fermato nella produzione. Il colosso indiano finisce nel mirino di tutti. Dalle sigle sindacali, unite, che salgono sul palco, dai rappresentanti istituzionali, con la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese (e l'intero Consiglio comunale unito tra maggioranza ed opposizione), a guidare il gruppo di amministratori del territorio con Massimo Cariello (Eboli), Giuseppe Lanzara (Pontecagnano), Mimmo Volpe (Bellizzi) e Roberto Monaco (Campagna) agli studenti delle scuole del territorio. Tutti a chiedere al Governo di risolvere la questione (lo striscione 'Nazionalizziamola' esprime una possibile soluzione) di mostrarsi incisivo con i fatti, con a salire sul palco i deputati salernitani del Movimento 5 Stelle (Nicola Acunzo, Cosimo Adelizzi ed Anna Bilotti, con il consigliere regionale Michele Cammarano), il Partito Democratico con Piero De Luca, Liberi e Uguali con Federico Conte, Forza Italia con Gigi Casciello. I lavoratori Treofan ed i rappresentanti sindacali, Alberto Padula ed Antonio Glielmi, a dare voce e microfono a tutti per esternare le proprie idee e proposte, attendendo iniziative concrete e rapide. Partendo da una volontà ben precisa: “La Treofan non chiude”, la battaglia proseguirà nel tentativo di salvaguardare la presenza nella Piana del Sele dell’azienda, anche non escludendo un piano B, sondando il tessuto imprenditoriale per un’alternativa.