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NASCE COMITATO CITTADINO
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Capaccio, piscina chiusa ma ferita aperta: 220 famiglie chiedono la riapertura
Alfonso Stile
01 febbraio 2019 11:14
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. La piscina comunale è chiusa, ma la ferita è ancora aperta. La comunità capaccese non ci sta ed alza la voce, dimostrando di non aver affatto digerito la distruzione di un sogno per oltre 650 iscritti, di cui oltre la metà bambini: un sogno diventato realtà con l’Amministrazione Voza e trasformatosi in un incubo con l’Amministrazione Palumbo, che ha sbarrato l’impianto ritenendolo “pericoloso per la pubblica incolumità e non costruito a regola d’arte” proponendo agli iscritti la piscina di Giungano come alternativa.
Duecentoventi famiglie di Capaccio Paestum, infatti, ad inizio gennaio hanno dato vita ad un Comitato spontaneo volontario, denominato ‘Piscina Poseidone’, costituendosi ad adiuvandum presso il Tar di Salerno, dove pende la lite giudiziaria tra il Comune e l’ATI Afrodite in merito alla legittimità della revoca dell’affidamento della gestione dell’impianto alla concessionaria, imposta dall’Amministrazione comunale retta dall’ex sindaco, Franco Palumbo.
Inoltre, presso il Tribunale civile di Salerno, pende un’altra lite tra Comune e concessionario, relativa alla richiesta di risarcimento danni e mancato profitto da parte dell’Ati Afrodite all’ente civico, pari a circa 500mila euro.
Nell’atto costitutivo, i componenti hanno precisato la finalità del Comitato senza fini di lucro, per ottenere dalle autorità competenti la risoluzione delle vigenti problematiche al fine di riaprire l’impianto, ripristinandone la normale funzione.
In particolare, il Comitato chiede che il ripristino della continuità delle attività sportive ed agonistiche presso l'impianto natatorio, “il cui gestore ATI Afrodite è stato individuato con pubblica procedura di selezione, chiarendo finalmente e definitivamente la natura e le responsabilità circa le evidenti, rilevabili carenze strutturali dell’impianto e l’effettiva sicurezza del medesimo” al fine di “chiarire anche se, tali carenze, siano da imputare o meno al soggetto gestore, le cui modalità di conduzione sono agli scriventi conosciute e non apparirebbero incongrue né contro legge né tali da imputare a queste le richiamate carenze strutturali esistenti, come rilevabili da utenti e terzi frequentanti, che invece non rilevano alcuna delle carenze pubblicamente lamentate dall'Ente quanto a pulizia e manutenzione”.
A questo scopo, il Comitato annuncia “iniziative utili e necessarie a garantire la continuità della gestione sportiva attuale fino alla definizione di ogni responsabilità, eventuale, nonché la promozione della pratica sportiva del nuoto presso l'impianto natatorio di Capaccio Scalo, troppe volte utilizzato sinora solo come strumento di contrapposizione e non di crescita del territorio”.
Attraverso la partecipazione attiva della comunità locale, il Comitato si prefigge, dunque, di:
- organizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di tutti gli organi istituzionali che abbiano il potere di intervento;
- azioni legali a sostegno della continuità della gestione sino a definitivo chiarimento delle problematiche sollevate;
- collaborazione con gli organi competenti;
- coordinare la propria azione con quella di altri comitati e associazioni che a livello locale, regionale e nazionale perseguono analoghe finalità, aprendo tali iniziative a tutti gli interessati.



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