BATTIPAGLIA. Non è un caso che parta dalla Campania e più precisamente dalla Provincia di Salerno, l’Assemblea Nazionale sul Lavoro di Potere al Popolo che si svolgerà domenica 24 febbraio presso l’Aula Magna della Scuola De Amicis di Battipaglia. Non si contano più le realtà aziendali italiane che vengono chiuse nell’indifferenza generale. Non ultimo il Caso Treofan Italy con gli stabilimenti proprio di Battipaglia oltre che di Terni, e quello non meno scandaloso del quotidiano La Città di Salerno chiuso da un giorno all’altro con il licenziamento di 13 giornalisti. Per articolare la nostra battaglia sul lavoro, sul ruolo dello Stato e sui nostri compiti, abbiamo indetto un’assemblea a Battipaglia, in solidarietà con i lavoratori di Treofan e del quotidiano La Città in lotta. Due vertenze che in comune hanno il nome dell’imprenditore Carlo De Benedetti. Parteciperanno delegazioni di lavoratori provenienti da tutta Italia, dai lavoratori Treofan Italy dello stabilimento di Battipaglia agli operai ex Irisbus di Flumeri, Fonderie Pisano di Salerno, Ast Acciai Speciali di Terni, Beckaert di Firenze, Abramo Call Center di Crotone. Durante la giornata è previsto il collegamento in video conferenza con alcuni rappresentanti dell’Ilva di Taranto. Sono state invitate anche rappresentanze del mondo sindacale, associativo, politico regionale e nazionale. Al centro del tavolo non solo le vertenze in atto sul territorio nazionale, ma anche le tematiche inerenti un mercato del lavoro sempre più sbilanciato a sfavore delle classi popolari.

“Negli anni, troppe fabbriche con produzioni di qualità e mercato, sono state ridimensionate o chiuse per delocalizzare gli impianti, o a seguito di speculazioni finanziarie. L’ultimo caso è quello della Treofan, azienda leader nel settore dei film plastici per alimenti, con due sedi in Italia e una in Germania – commenta Davide Trezza del Coordinamento Nazionale di Potere al Popolo, in forza al gruppo Pap Salerno - La produzione va bene ma il padrone, una multinazionale indiana, vuole chiudere per spostare la produzione altrove. Uno stillicidio continuo, al quale vogliamo dire basta. Abbiamo proposto al governo con forza la nazionalizzazione delle imprese produttive in crisi e dei settori industriali strategici. Nazionalizzare significa innanzitutto espropriare il sito industriale e poi mettere in campo investimenti statali per riprendere la gestione degli impianti, tutela del lavoro e delle produzioni. Garantire la continuità occupazionale e la produzione, anche sotto il controllo dei lavoratori, è l’unica alternativa per fare gli interessi di chi lavora e di chi ha diritti non negoziabili all’asta del libero mercato globalizzato”.